Amazon incubatore di nuovi corrieri e operatori logistici anche in Italia
L’avanzata di Amazon nel mercato italiano della consegna di pacchi prosegue, ma questa volta per interposta persona (o meglio, azienda). Il gruppo di Jeff Bezos ha annunciato infatti di avere approntato un programma rivolto agli aspiranti piccoli imprenditori del settore della logistica e dei trasporti, verso i quali si proporrà come una sorta di incubatore, […]
L’avanzata di Amazon nel mercato italiano della consegna di pacchi prosegue, ma questa volta per interposta persona (o meglio, azienda). Il gruppo di Jeff Bezos ha annunciato infatti di avere approntato un programma rivolto agli aspiranti piccoli imprenditori del settore della logistica e dei trasporti, verso i quali si proporrà come una sorta di incubatore, mettendo a loro disposizione strumenti, servizi ma soprattutto ordini da consegnare.
Una corsia preferenziale è riservata dal programma ai dipendenti della stessa Amazon che vogliano “mettersi in proprio” a loro l’azienda offrirà un incentivo pari a 15.000 euro per la copertura dei costi di avvio dell’attività più tre mesi di stipendio. A tutti gli interessati, indistintamente, il gruppo statunitense offrirà inoltre supporto per il “noleggio dei veicoli, copertura assicurativa, strumentazione necessaria per effettuare le consegne, divise per gli autisti, sistema per la gestione delle buste paga, assistenza nella fase di costituzione dell’entità legale, assistenza contabile e fiscale, supporto nella selezione degli autisti e molto altro ancora”.
Il piano comprende inoltre un accordo con Mercedes-Benz, che metterà a disposizione dei
fornitori di consegna italiani 100 veicoli elettrici. L’obiettivo dichiarato della nuova iniziativa – ha spiegato l’azienda in una nota – è quello di “aggiungere nuovi fornitori di servizi di consegna in Italia”, sulla falsariga di quanto già fatto negli Stati Uniti, in Canada,
Spagna e Germania. Una necessità che nasce probabilmente anche dalla enorme accelerata che sta vivendo il tasso di penetrazione dell’e-commerce nel mercato italiano, un fenomeno di cui la stessa Amazon ha beneficiato più di altri.
Secondo una indagine dell’Agcom pubblicata lo scorso luglio, nei primi quattro mesi del 2020 – quelli cioè in cui lockdown e misure restrittive hanno “picchiato più duro” – il gruppo di Seattle ha incrementato ricavi e volumi nel mercato italiano rispettivamente del 73% e 76% (a fronte di un aumento medio dei competitor attivi sul territorio nazionale nell’ordine del 4,4% e del 12%). Il report dell’authority, focalizzato per il resto proprio sui fornitori di servizi di consegna pacchi, si proponeva però anche di mettere in luce il ruolo di primo piano conquistato dal gruppo in Italia nel giro di pochissimo tempo. Tra il 2016 e 2019, spiegava il documento, il gruppo di Jeff Bezos è infatti diventato il primo operatore nel mercato delle consegne e-commerce nazionali deferred (non urgenti), con una quota di mercato pari al 59% dal punto di vista dei ricavi, ed il secondo in quelle espresse, dove invece la sua “fetta” è cresciuta nello stesso intervallo dal 3 al 24%. Considerato che la disamina dell’Agcom si chiudeva riscontrando la “posizione dominante” di Amazon e preannunciando ulteriori approfondimenti per verificarne la “persistenza” è anche possibile che la nuova iniziativa messa in campo dal big dell’e-commerce abbia lo scopo di non far lievitare ulteriormente le quote a suo carico, permettendogli però comunque di continuare a far crescere il volume delle sue spedizioni in Italia.
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