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Donne manager nella logistica: poche, ma più brave dei colleghi maschi
Secondo una indagine condotta tra oltre 1.800 professionisti del settore, le donne che occupano posizioni di comando in ambito supply chain e logistica sono ‘più brave’ dei loro colleghi maschi, e ottengono in media voti migliori in 6 delle 7 ‘materie’ considerate. Lo studio è stato elaborato da Novosensus, società di ricerca e consulenza di […]
Secondo una indagine condotta tra oltre 1.800 professionisti del settore, le donne che occupano posizioni di comando in ambito supply chain e logistica sono ‘più brave’ dei loro colleghi maschi, e ottengono in media voti migliori in 6 delle 7 ‘materie’ considerate.
Lo studio è stato elaborato da Novosensus, società di ricerca e consulenza di Singapore che si occupa di organizzazione aziendale, e i suoi risultati in parte (presentati in un White Paper disponibile qui sul tema dell’equilibrio di genere) sembrano ricordare quelli delle ricerche del Censis sulle studentesse italiane (più brillanti in media dei colleghi maschi alle superiori e all’università, anche se poi spesso il successo scolastico non viene replicato sul posto di lavoro).
Stando al report, nel settore della logistica le posizioni di leadership sono occupate solo per il 13% da donne, le quali però ottengono valutazioni migliori dei colleghi maschi rispetto a diversi parametri. Tra questi non compaiono solo qualità tipicamente ritenute appannaggio femminile come l'”essere empatici”, ma anche capacità come quella di “fornire direttive chiare”, “instaurare un clima di collaborazione nella squadra di lavoro”, “costruire un rapporto di fiducia”, “fornire feedback costruttivi”, “permettere ai sottoposti di sentirsi sicuri”. Unico parametro analizzato in cui, perlomeno secondo i 1.800 intervistati, paiono fare meglio ‘i maschi’ è la capacità di garantire autonomia ai propri collaboratori.
“La leadership femminile non è ‘morbida’ e non ha a che fare solo con l’empatia” ha commentato il cofondatore di Novosensus Henrik Kofod-Hansen. Per Kofod-Hansen la questione della ‘gender equality’ deve essere considerata come strategica, e va realizzata, più che attraverso l’introduzione di quote rosa o simil, trasmettendo il messaggio che l’equità di genere sul posto di lavoro rende migliori le organizzazioni aziendali e ‘fa bene agli affari’, perché crea culture interne più aperte, facilita la collaborazione e migliora le performance.