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Gli interporti italiani risentono del Covid ma riacquistano attenzione politica
In questo 2020 gli interporti italiano hanno subìto l’impatto dell’emergenza Covid-19, soprattutto dal punto di vista degli investimenti immobiliari, ma dopo molti anni di “purgatorio” hanno riacquisito centralità nell’agenda politica del Paese. Lo spiega a SUPPLY CHAIN ITALY Matteo Gasparato, il riconfermato (per il terzo mandato) presidente dell’Unione Interporti Riuniti (Uir), l’associazione nazionale dei soggetti […]
In questo 2020 gli interporti italiano hanno subìto l’impatto dell’emergenza Covid-19, soprattutto dal punto di vista degli investimenti immobiliari, ma dopo molti anni di “purgatorio” hanno riacquisito centralità nell’agenda politica del Paese.
Lo spiega a SUPPLY CHAIN ITALY Matteo Gasparato, il riconfermato (per il terzo mandato) presidente dell’Unione Interporti Riuniti (Uir), l’associazione nazionale dei soggetti gestori delle infrastrutture logistiche italiane. L’associazione, oggi composta da 24 siti logistici, opera per promuovere e sviluppare l’intermodalità nel trasporto e nella logistica. Secondo quanto reso noto dalla stessa Uir, complessivamente la rete nazionale degli interporti dispone di circa 43 milioni di mq di aree, di cui 32 milioni mq di servizi logistici, 3 milioni di mq di terminal e 5 milioni di mq di magazzini, negli interporti italiani operano 1.200 aziende di trasporto con oltre 20.000 addetti, circa 65 milioni sono le tonnellate di merci movimentate con 50.000 treni e 25.000 mezzi pesanti partiti/arrivati nel 2019.
“Una delle azioni principali dell’associazione che presiedo sarà, nei prossimi mesi, il completamento del percorso legislativo della Riforma della Legge 4 agosto 1990, n. 240. Attualmente è in discussione una proposta di legge (la n.1.259) che recepisce in larga parte le nostre aspettative e ci auguriamo che non venga stravolto l’impianto lungo l’iter parlamentare” spiega Gasparato. “Ci sono però alcuni temi che mancano come ad esempio la regolamentazione delle norme su Valutazione impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica delle nuove opere, altre norme di carattere finanziario e in materia di movimentazione delle merci pericolose”. Questioni sulle quali i gestori degli interporti pensano si possa intervenire per porre dei correttivi che migliorino il quadro normativo e che Gasparato ha riassunto in un documento presentato in occasione della recente audizione tenutasi alla Commissione trasporti della Camera dei Deputati.
Ciò che invece viene considerato come positivo all’interno della proposta di legge è il fatto stesso che venga offerto un quadro normativo sul settore, con relative definizioni e campo d’applicazione degli operatori, il fatto che si possa così avere una disciplina uniforme a livello nazionale e la classificazione delle strutture interportuali come soggetti di interesse pubblico.
«Riteniamo – sottolinea il presidente di Uir – che il sistema degli interporti italiani debba rivestire un ruolo strategico per lo sviluppo del comparto logistico e del sistema industriale italiano; lo ha mostrato in questo periodo di emergenza sanitaria, dimostrando di essere essenziale e organizzato. Gli interporti italiani devono essere riconsiderati delle infrastrutture strategiche per il Paese, e per questo sarà necessario che venga garantita la loro funzione di infrastrutture di interesse pubblico».
Tra gli obiettivi del suo prossimo mandato triennale spiccano: la semplificazione amministrativa e fiscale per le società di gestione interportuale, la crescita dell’intermodalità nazionale mediante lo sviluppo di efficienti collegamenti tra interporti e porti italiani.
A livello di traffici ferroviari gli interporti italiani hanno movimentato nel 2019 oltre un milione di Unità di carico (1.045.037 Uti), tra container, casse mobili e semirimorchi, oltre ad automezzi completi su treni Ro-La. Molti di questi trasporti sono avvenuti attraverso servizi ferroviari con i porti italiani e il resto direttamente al servizio dei sistemi produttivi locali raccordati alla rete intermodale nazionale.
Altro segnale di una ritrovata attenzione da parte della politica romana sugli interporti è il fato che siano stati stanziati circa 50 milioni da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti “con un bando al quale hanno partecipato 14 interporti su 24” spiega Gasparato. “Le risorse sono rivolte a chi abbia progetti già approvati o in avanzato state di approvazione e dove quindi i cantieri siano pronti a partire. Si parla di interventi volti a migliorare le connessioni, i collegamenti, la rete stradale, le opere terminalistiche e altro”.
Per quanto riguarda il 2020 il bilancio preventivo che fa il presidente dell’Unione Interporti Riuniti è in chiaroscuro: “Quello appena trascorso era stato un anno buono. Nel 2020 abbiamo pagato il lockdown soprattutto dal punto di vista degli insediamenti immobiliare ma, avendo garantito il servizio operativo in maniera continuativa, è stato possibile contenere il calo dell’attività. Da maggio in poi abbiamo assistito comunque a una ripresa del lavoro e anche sul versante immobiliare si è rimesso in moto l’interesse degli investitori”.
Nicola Capuzzo
I soggetti gestori di interporto aderenti a Unione Interporti Riuniti sono i seguenti:
- Interporto Bologna S.p.A.
- Interporto Regionale della Puglia S.p.A.
- Interporti Siciliani S.p.A.
- Interporto Cervignano del Friuli S.p.A.
- Interporto Toscano A. Vespucci S.p.A.
- Interporto Sud Europa S.p.A.
- Interporto Campano S.p.A.
- Centro Interportuale Merci CIM S.p.A.
- Polo Logistico Integrato di Mortara S.p.A.
- Interporto Centro Italia Orte S.p.A.
- Interporto di Padova S.p.A.
- Ce.P.I.M S.p.A. – Interporto di Parma
- Interporto Val Pescara S.p.A.
- Portogruaro Interporto S.p.A.
- Interporto della Toscana Centrale S.p.A.
- Interporto Rivalta Scrivia S.p.A.
- Interporto di Rovigo S.p.A.
- S.I.T.O. S.p.A.
- Interporto Servizi Doganali e Intermodali del Brennero S.p.A.
- Interporto di Vado I.O. S.p.A.
- Interporto di Venezia S.p.A.
- Consorzio ZAI – Interporto Quadrante Europa
- Interporto di Trieste S.p.A.
- Centro Ingrosso Pordenone