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Mason (Barilla): “Dopo il treno Parma-Ulm, ora pensiamo al nuovo sito logistico di Muggia”

SUPPLY CHAIN ITALY ha intervistato Gianluigi Mason, direttore della logistica Italia di Barilla group, che racconta quali sono le scelte strategiche che il gruppo effettua in tema di trasporti e distribuzione, quali criticità rimangono da risolvere nel nostro Paese e quali saranno i prossimi investimenti del colosso dell’alimentazione con un nuovo magazzino al confine fra […]

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19 Novembre 2020
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SUPPLY CHAIN ITALY ha intervistato Gianluigi Mason, direttore della logistica Italia di Barilla group, che racconta quali sono le scelte strategiche che il gruppo effettua in tema di trasporti e distribuzione, quali criticità rimangono da risolvere nel nostro Paese e quali saranno i prossimi investimenti del colosso dell’alimentazione con un nuovo magazzino al confine fra Italia e Slovenia.

Gianluigi Mason

Ing. Mason partiamo come sempre da una descrizione di come la catena logistica è organizzata. Ci racconta quella di Barilla specificando anche le tipologie di merci movimentate?

“Barilla movimenta i propri prodotti alimentari (pasta, sughi, prodotti da forno); la maggior parte di essi viene spedita direttamente dai magazzini di stabilimento ai clienti destinatari, la quota rimanente viene gestita da hub di operatori 3PL. Il network globale si compone di circa 25 magazzini di stabilimento e 60 depositi/hub gestiti da 3PL.”

In numeri questa catena logistica come si traduce?

“Globalmente quasi 2 milioni di tonnellate di prodotti all’anno, circa 2.000 referenze, oltre 200.000 consegne (Ftl) full truck load e 700.000 consegne Ltl (less than truck load).”

Quali sono geograficamente i vostri mercati di approvvigionamento e quali quelli di distribuzione finale?

“Gli approvvigionamenti dipendono dalla materia prima specifica e dalla posizione dello stabilimento. In massima parte si sfrutta un sourcing locale rispetto alla posizione geografica dello stabilimento. I più importanti mercati di destinazione sono Italia, Stati Uniti, Francia, Germania ma in generale raggiungiamo oltre 100 paesi diversi.”

Quante e quali fase dell’attività di trasporto e logistica esternalizzate e perché?

“Utilizziamo soluzioni diverse nei vari paesi, a seconda di alcuni criteri: i volumi del nostro business, la concentrazione della Gdo e la disponibilità e competitività di 3Pl. In generale l’outsourcing vale un 85% delle nostre attività logistiche, con livelli di outsourcing diversi (si va dal solo trasporto Ftl a soluzioni di contract logistics).”

Quali modalità di trasporto utilizza prevalentemente la merce di Barilla e per quali ragioni sono stata scelte alcuni mezzi piuttosto che altri?

“Utilizziamo tutte le modalità di trasporto ad eccezione dell’air cargo. Privilegiamo la multimodalità sul lungo raggio o ove esistano servizi affidabili e performanti. Dove i nostri volumi lo consentono, utilizziamo soluzioni di company train. I trasporti intercontinentali viaggiano via mare. I trasporti nazionali viaggiano principalmente su gomma, privilegiando mezzi stradali Euro6 o Gnl.”

Qual è stato l’ultimo investimento portato a termine da Barilla nel settore trasporti e logistica?

“L’espansione del sito logistico di Pedrignano (Parma), ad altissima automazione (due magazzini a traslo e più di 50 navette Lgv – a guida laser). Parliamo di un sito che spedisce punte di 150 full truck load al giorno con capacità di stoccaggio di 155.000 posti pallet.”

Quale sarà invece il prossimo progetto e investimento in cantiere?

“Abbiamo appena dato avvio a un servizio intermodale che parte dall’interporto di Parma e arriva al terminal di Ulm in Germania, un collegamento che assorbe il 75% del flusso di merci scambiate su questa tratta (equivalente a 4.500 camion tolti dalle strade). Gli altri prossimi progetti riguarderanno soluzioni di intermodalità in Italia e investimenti nel sito produttivo e logistico di Muggia (Trieste), recentemente acquisito dall’azienda”.

Quale secondo lei è la principale criticità per l’import/export o comunque per l’approvvigionamento e distribuzione delle vostre merci in Italia?

“A livello internazionale siamo esportatori; non si ravvisano gravi criticità, se non connesse ad alcune tratte overseas in cui in certi periodi dell’anno i servizi sono soggetti a blank sailing o port omittance.

A livello nazionale vi sono invece alcuni aspetti di ecosistema che dovrebbero migliorare, quali i tempi di attesa allo scarico e la gestione del circuito di interscambio Epal.”

Oltre agli operatori logistici vi servite anche di spedizionieri terzi?

“Sui servizi overseas negoziamo direttamente i noli con le shipping line e ci avvaliamo di spedizionieri per la parte di prenotazione e organizzazione del flusso.”

Barilla perché ritiene (o non ritiene) strategico il controllo diretto delle proprie spedizioni di merci?

“Riteniamo strategico il controllo delle spedizioni. Questo non significa farlo con mezzi propri, ma affidarlo a partner logistici affidabili, che dispongano dei mezzi di trasporto più idonei e delle tecnologie di visibilità e tracking”.

Secondo lei su cosa l’Italia dovrebbe puntare per migliorare la distribuzione e la logistica delle merci sul territorio nazionale?

“Sulle infrastrutture di collegamento fra i porti e il sistema ferroviario”.

Nicola Capuzzo

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