Koelliker: “Pronti a gestire in Italia la logistica ricambi anche dei nuovi brand elettrici in arrivo”
Sul mercato da più di 80 anni come importatore, il gruppo Koelliker ha visto passare sotto i suoi occhi la storia del settore automobilistico italiano, accompagnando lo sbarco nella Penisola di brand come Rolls Royce e Jaguar. Negli ultimi decenni il suo sguardo si è spostato soprattutto verso i produttori orientali, e dopo avere servito […]
Sul mercato da più di 80 anni come importatore, il gruppo Koelliker ha visto passare sotto i suoi occhi la storia del settore automobilistico italiano, accompagnando lo sbarco nella Penisola di brand come Rolls Royce e Jaguar. Negli ultimi decenni il suo sguardo si è spostato soprattutto verso i produttori orientali, e dopo avere servito marchi come Hyundai e Kia, oggi è l’importatore di Mitsubishi Motors e SaangYong. Due brand ai quali si appresta ad affiancare a brevissimo altri nomi di produttori di veicoli elettrici, con uno sviluppo del suo business che naturalmente avrà significative ripercussioni anche sulla supply chain – come hanno spiegato a SUPPLY CHAIN ITALY Diego Fiorenzoli e Marco Fontana, responsabili rispettivamente del post vendita e della supply chain ricambi del gruppo milanese.
“Non siamo l’unico, ma certamente siamo il più strutturato importatore privato di auto in Italia, anche perché solitamente i marchi sbarcano sul mercato con proprie National Sales Company” spiega Fiorenzoli. Koelliker ha avuto spesso una funzione di scouting, andando a ‘scovare’ nuovi marchi e accompagnandoli nel loro insediamento in Italia fino a che questi hanno poi deciso di camminare con le proprie gambe, come appunto accaduto negli anni passati nel caso di Hyundai e Kia. Ad oggi il gruppo segue dunque i marchi Mitsubishi Motors e SsangYong, con due diverse società importatrici a cui si affianca la Autotrade & Logistics, che si occupa della logistica dell’import (sua è la gestione dell’imponente autoparco del Faldo, di cui detiene la proprietà insieme a Cilp) anche per realtà ‘terze’ tra cui le stesse Hyundai e Kia.
“Abbiamo inoltre già stretto degli accordi con alcuni brand di vetture full electric di cui avvieremo le importazioni entro la prima metà del 2021, mentre per altri sempre per veicoli di tipo Bev (Battery Electric Vehicle) siamo in fase di trattativa avanzata. L’ingresso di questi marchi ovviamente avrà un impatto sulla supply chain dei ricambi, non solo in termini di volumi ma anche perché inizieremo a svolgere delle attività diverse da quelle attuali” continua Fiorenzoli. Anche perché “per queste realtà del segmento elettrico – alcune già strutturate anche se non nel mercato europeo, altre start-up – Koelliker costituirà una unica, nuova società dedicata per l’import e la commercializzazione“.
Per comprendere come il gruppo si sta preparando ad affrontare queste novità anche dal lato della supply chain dei ricambi, è necessario però prima descrivere lo status quo, introdotto peraltro solo nel 2019. La catena distributiva attuale prevede infatti che i ricambi richiesti nel mercato italiano (più quello albanese per Mitsubishi, e quello austriaco per SsangYong) vengano inviati dai produttori, spesso orientali, verso due magazzini centrali, per entrambi i brand situati in Olanda, e da lì verso quello che oggi è l’unico magazzino italiano di cui si serve Koelliker. Questa organizzazione, di introduzione recente, è frutto di un processo di outsourcing completato appunto nel 2019. Prima di allora, spiega Fontana, il gruppo si serviva di due magazzini di proprietà, situati rispettivamente a Milano città e nei pressi di Lodi, quest’ultimo per i materiali più ingombranti.
“Dopo l’avvio di un tender per un contratto di durata quinquennale a cui si sono presentati diversi operatori, abbiamo deciso di appaltare l’attività ad Arcese, che ora gestisce la nostra logistica nel suo magazzino di Basiano“. Koelliker ha dunque iniziato il trasferimento delle sue attività nell’agosto 2019, per concluderlo circa tre mesi dopo. La scelta di esternalizzare, ricorda Fontana, è stata dettata principalmente dalla necessità di avere maggiore flessibilità, sia rispetto alla disponibilità di spazi, sia in relazione alla forza lavoro impiegata, in modo da assecondare meglio anche le dinamiche del mercato, inclusa la stagionalità dell’andamento delle importazioni, ma non solo. “Già da prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria – spiega il manager – abbiamo osservato che il mercato aveva iniziato a essere poco stabile, con variazioni frequenti e abbastanza repentine negli acquisti. In aggiunta, le prospettive di sviluppo legate all’ingresso di nuovi marchi richiedevano la necessità di uno spazio flessibile anche verso una possibile espansione delle attività”.
Per dare un’idea delle dimensioni del servizio di post vendita e ricambi del gruppo milanese possono essere utili alcuni numeri. Ad oggi il parco circolante servito in Italia conta 260mila Mitsubishi con età media sopra i 10 anni e circa 40mila SsangYong, con età media al di sotto dei 10. “Serviamo le officine italiane dei due gruppi, con 200 punti di destinazione verso i quali facciamo circa 60mila consegne ogni anno per un totale di circa 200mila linee movimentate ogni anno” spiega Fontana. “Tendenzialmente ogni spedizione comprende un numero di referenze limitato, perché le officine ormai conservano poche scorte e per la riparazione di un singolo veicolo effettuano un singolo ordine. Questo comporta consegne frequenti agli stessi punti di un numero basso di referenze”.
Le movimentazioni riguardano tutte le parti che compongono un veicolo (in media alcune migliaia per ogni modello), da pezzi di grandi dimensioni come lamierati, motori interi fino a minuteria elettronica e meccanica. “In magazzino normalmente abbiamo 25mila referenze, considerati entrambi i marchi, che però non coprono l’intero fabbisogno del mercato. Pertanto, oltre a quelle presenti in magazzino, ogni anno movimentiamo ulteriori 10mila referenze con ‘movimento singolo’, cioè per un pezzo solo che ordiniamo al produttore. Anche questi pezzi comunque ‘passano’ per il magazzino di Basiano, non eseguiamo forniture dirette se non per serie speciali in arrivo al Faldo, quindi non per assistenza post-vendita ma per allestimento”.
Relativamente alle modalità di trasporto della sua logistica dei ricambi, questa viene svolta principalmente su gomma, ed è affidata per la distribuzione a Susa Trasporti, società di autotrasporto specializzata nel mercato automotive in particolare per l’approvvigionamento dei ricambi verso i dealer. “In passato – ricorda Fontana – ci siamo serviti del trasporto aereo per consegne urgenti e di parti non ingombranti verso il sud e le isole ma abbiamo visto che, a fronte di costi decisamente superiori, non riuscivamo ad avere un vantaggio significativo, perché il passaggio della merce tra vari operatori faceva sì che i tempi di consegna fossero paragonabili a quello del tutto-gomma”. Anche il trasporto dai due magazzini olandesi viene effettuato tutto via strada, ed è pari a un bilico al giorno in arrivo a Basiano. “Abbiamo mille DDT all’anno in ingresso per un totale di 70mila righe. La merce in entrata è quindi nel complesso più ‘massificata’ rispetto a quella in uscita ma abbiamo comunque anche tanti ingressi di pezzi singoli, ovvero spedizioni per singole riparazioni”. Il rifornimento dei magazzini olandesi dalle fabbriche orientali avviene principalmente via nave, con transit time di 2-3 mesi, e via aereo solo per le urgenze, ma in caso di indisponibilità di codici un’altra modalità di reperimento è l’interscambio con altri importatori europei e i loro magazzini.
Questa dunque la fotografia dell’attualità, destinata però in parte a cambiare a breve, con l’ingresso dei nuovi brand specializzati in vetture elettriche. “Con alcuni di questi saremo direttamente noi a occuparci della fase del trasporto, incluso ad esempio lo sdoganamento dei ricambi, cosa che per Mitsubishi e SsangYong finora non abbiamo fatto perché effettuata dai partner con una presenza molto strutturata in Europa”, spiega Fiorenzoli. “Stiamo iniziando quindi ad attrezzare il magazzino di Basiano con nuovi spazi e nuove scaffalature in cui allocare i prodotti necessari a questi brand” aggiunge Fontana. “Per il momento si tratta di spazi non ampi perché nella prima fase non prevediamo grandi volumi, anche se speriamo in una crescita molto rapida”.
Le nuove opportunità per Koelliker potrebbero però non fermarsi qui: “Dato che sappiamo che questi marchi automobilistici faranno il loro ingresso in diversi paesi del mercato europeo affidandosi a diversi importatori, vogliamo provare a proporci, per ognuno di essi, come fornitore non solo per l’Italia ma anche per i vari paesi in cui questi verranno commercializzati, o una parte di questi paesi. Saremo vari importatori privati europei che si ritroveranno a fare ordini in Cina di diverse parti di ricambio: per ragioni di economie di scala sarebbe vantaggioso poterci alleare tra noi. E anche se poi dovesse essere un altro il soggetto che si occuperà di gestire il magazzino centrale europeo di un certo brand, una partnership sarebbe comunque conveniente per noi”.
Altri cambiamenti arriveranno con ulteriori novità collegate allo sbarco italiano di questi marchi: “Stiamo considerando anche la vendita diretta delle autovetture via e-commerce. Inoltre contiamo di allargare la nostra gamma, che già oggi comprende vetture e autocarri (tipicamente pick-up), anche a veicoli commerciali leggeri full electric”.
L’ingresso di veicoli Bev nel portafoglio di Koelliker avrà un impatto significativo sul mercato dei ricambi perché le auto elettriche per certi versi sono più simili a un elettrodomestico: “Ad esempio il motore non viene riparato ma sostituito, e questo fa sì che il numero di articoli che compone un veicolo sia pari a un quinto rispetto a quelli che compongono un’auto con motore a scoppio”. Lo stesso vale per batterie, e per i lubrificanti. Insomma, la transizione all’elettrico non comporterà solo ‘variazioni sul tema’: “Cambierà di molto tutta l’assistenza post vendita”.
Francesca Marchesi
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