Amazon domina in Italia anche la classifica dei locker
Quanti sono, dove sono e perché sono (poco) utilizzati in Italia i locker, ovvero gli armadietti in cui ricevere consegne ed effettuare spedizioni di piccoli pacchi potendo contare su un ritiro automatico. A queste domande ha fornito una risposta l’Agcom, che lo scorso aprile, in pieno lockdown, ha iniziato a ragionare sul come poter promuovere […]
Quanti sono, dove sono e perché sono (poco) utilizzati in Italia i locker, ovvero gli armadietti in cui ricevere consegne ed effettuare spedizioni di piccoli pacchi potendo contare su un ritiro automatico. A queste domande ha fornito una risposta l’Agcom, che lo scorso aprile, in pieno lockdown, ha iniziato a ragionare sul come poter promuovere questo servizio, considerato ottimale sia dal punto di vista della mobilità urbana sia perché in grado di azzerare le occasioni di contatto tra destinatario e addetti delle società di spedizioni. L’authority ha contestualmente anche lanciato una consultazione pubblica (qui le indicazioni per partecipare) chiedendo commenti, informazioni e altri contributi utili sulle eventuali misure pubbliche per incentivarne l’utilizzo, esposte in un documento pubblicato oggi.
Secondo le rilevazioni dell’Agcom, l’Italia è uno dei paesi che ha registrato il maggiore sviluppo delle reti di locker. A ottobre 2020 sul territorio nazionale ne erano presenti oltre 2.500, riconducibili a tre operatori: Amazon Italia Transport, che ha una rete chiusa (utilizzata cioè solo dalla stessa AIT e da suoi fornitori) e che ne conta 2.150, installati in luoghi aperti al pubblico; InPost, con 350 locker utilizzati anche da terzi (tra cui TnT e Poste Italiane), distribuiti sull’intero territorio nazionale, ma in prevalenza a Milano e Roma; e infine la stessa Poste Italiane, con una rete di 50 ‘armadietti’, alcuni dei quali aperti al pubblico, altri installati presso condomini o uffici.
Da notare che Dhl, che aveva attivato questo servizio nel 2015 arrivando ad avere una rete di 10 locker tra Milano e Roma, lo ha poi quasi del tutto abbandonato per via dello “scarso utilizzo da parte degli acquirenti on-line” e ad oggi di dispone di un solo ‘armadietto’ presso il Politecnico del capoluogo lombardo.
Dal punto di vista geografico, la presenza dei locker nelle città vede al primo posto Roma (192), seguita da Milano (128) e Torino (82). Più staccate Bologna (36), Genova (35) e Firenze (22).
Dall’analisi della distribuzione è emerso che, in Italia, in media, un utente deve percorrere 9 km per arrivare al locker più vicino alla sua residenza. Vista però la loro distribuzione disomogenea sul territorio nazionale, la distanza può variare enormemente, tanto che solo poco più di 7,2 milioni di abitanti (il 12% della popolazione nazionale) abita a meno di 500 metri dal locker più vicino e solo il 28% nel raggio di 2 km.
Diversi i problemi che nel complesso limitano il loro utilizzo: spesso la consegna a domicilio è offerta gratuitamente e quindi non esiste incentivo alla scelta della consegna via locker, oppure il fatto che l’acquirente non voglia percorrere la distanza necessaria per raggiungere l’armadietto più vicino o perché l’acquisto da esercizi commerciali risulta più comodo. Da parte degli operatori, pesa il fatto che l’installazione di una rete propria abbia costi significativi, in parte irrecuperabili, e vi siano economie di scala per cui solo pochi soggetti possano decidere di realizzare una propria rete. Anche la mancanza di uniformità a livello nazionale rispetto alle disposizioni normative che regolano procedimenti e tempi relativamente all’ottenimento di autorizzazioni e all’entrata in operatività agisce come disincentivo per gli operatori.
L’Agcom, che appunto sta ragionando sulla possibilità di definire misure di sostegno pubblico a per lo sviluppo della presenza di locker in Italia, ha anche rivelato che nel corso dell’istruttoria ha ricevuto alcune proposte da soggetti (che non operano direttamente nel settore postale) per convertire in locker di strutture già esistenti.
In particolare M-dis, società di distribuzione di prodotti editoriali, ha proposto di valorizzare le oltre 4.000 edicole già abilitate al servizio di pick-up point con l’installazione di armadietti per le consegne, mentre Tim ha presentato un’iniziativa per la trasformazione delle sue cabine. L’operatore telefonico in particolare ha proposto un progetto che prevede in una prima fase l’offerta dalle ex cabine telefoniche di servizi di prossimità (chiamate di emergenza, ricarica delle batterie del telefono, Wi-Fi gratuito, emissione di biglietti per autobus, musei e parcheggi, informazioni di pubblica utilità etc.). Nella seconda fase, Tim vorrebbe affiancare a questa offerta anche il servizio Tim Locker, che secondo i suoi piani potrebbe interessare circa 5.000 cabine che verrebbero riconvertite in armadietti automatici.
F.M.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY