Carissimo container: in un anno il nolo Shanghai – Genova è salito del +181%
Importare ed esportare merci in container via mare da molti anni non costava così caro in Italia. Il World Container Index ieri ha raggiunto un nuovo picco: il nolo medio per una spedizione dal porto di Shanghai a quello di Genova ha raggiunto quota 6.661 dollari per container da 40 piedi (Feu), un valore in […]
Importare ed esportare merci in container via mare da molti anni non costava così caro in Italia. Il World Container Index ieri ha raggiunto un nuovo picco: il nolo medio per una spedizione dal porto di Shanghai a quello di Genova ha raggiunto quota 6.661 dollari per container da 40 piedi (Feu), un valore in crescita del 51% rispetto alla scorsa settimana e del 181% se comparato a dodici mesi fa. Non se la passano meglio in Nord Europa dove il nolo Shanghai – Rotterdam è salita a 6.503 dollari per container (+45% rispetto alla settimana scorsa e +225% rispetto a un anno fa). Le motivazioni che hanno portato a questa condizione sono sostanzialmente due: la progressiva ripresa della domanda di trasporto merci via mare ha infatti dovuto fare i conti con una capacità di stiva sulle navi portacontainer insufficiente e una difficoltà crescente e reperire container vuoti da riempire con la merce da esportare. Un mix letale per i caricatori (alle prese con costi di spedizioni elevati, criticità e incertezze nelle rispettive catene logistiche) e al tempo stesso un periodo di grandi soddisfazioni finanziarie per i vettori marittimi.
La situazione attuale, secondo molti osservatori, è destinata a protrarsi almeno fino al Capodanno cinese, dunque al mese di febbraio del prossimo anno. Secondo il Container Equipment Forecaster di Drewry il 2020 si chiuderà con un lieve calo (-1,1%) di container trasportati via mare (39,9 milioni di Teu) mentre l’imbarco e sbarco di carichi nei terminal portuali porti dovrebbe far segnare un -3,3%. Il totale dei container transitato sulle banchine in giro per il mondo è calato del -6% nel primo semestre e salirà del +10% nella seconda metà dell’anno secondo le stime di Drewry. Secondo la società di analisi la quantità di equipment disponibile al mondo dovrebbe essere sufficiente a soddisfare gli scambi commerciali e questo lascia intendere che le criticità in atto nel trasporto marittimo siano dovute a una minore frequenza delle linee e a uno sbilanciamento dei container vuoti fra varie regioni del mondo. Di certo si sa che le industrie produttrici di box in acciaio stanno lavorando a pieno regime e hanno fatto il pieno di ordini con conseguente incremento dei prezzi (+25%) anche su quel fronte. Il ritorno alla normalità avverrà, secondo gli analisti di Drewry, «quando la frequenza e la capacità di stiva delle linee marittime torneranno in equilibrio rispetto alla domanda di spedizioni merci via mare».
Secondo un’analisi previsionale condotta da un’altra società di ricerca specializzata, Sea-Intelligence, prendendo in esame i volumi di merci che si stanno muovendo via mare in container e le contromisure che le compagnie di navigazione possono (o non) adottare per cercare di migliorare la situazione attuale, un riequilibrio del trend attuale non è previsto prima di febbraio nella migliore delle ipotesi. Se i vettori marittimi sceglieranno di non riposizionare velocemente i container vuoti in Asia e non si attiveranno per costruire nuovi box, la condizione attuale potrebbe anche proseguire ben oltre febbraio.
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