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Impiantistica industriale italiana e logistica: in che direzione sta andando il mercato
Contributo a cura di Giacomo Franchini * * director SupplHi La filiera dell’impiantistica ha una forte rilevanza per il tessuto economico e per le spedizioni e trasporti via mare, rappresentando “made in Italy” di qualità fortemente voltato all’export. Basti pensare che, secondo un’analisi congiunta Cribis D&B e SupplHi, questa filiera rappresenta l’11% del Pil […]
Contributo a cura di Giacomo Franchini *
* director SupplHi
La filiera dell’impiantistica ha una forte rilevanza per il tessuto economico e per le spedizioni e trasporti via mare, rappresentando “made in Italy” di qualità fortemente voltato all’export. Basti pensare che, secondo un’analisi congiunta Cribis D&B e SupplHi, questa filiera rappresenta l’11% del Pil italiano, è molto articolata e composta da 40 grandi player – soprattutto contrattisti – e da 5.000 Pmi che presentano un fatturato consolidato di 190 miliardi di euro e oltre 620.000 dipendenti, di cui 332.000 in Italia.
Proprio per questa rilevanza, l’edizione 2020 dell’“Energy Industry Global Markets Forecast” – il consueto Rapporto Annuale dell’Associazione Nazionale Impiantistica (Animp) sulle previsioni di mercato nell’ambito dell’industria energetica – è un appuntamento di particolare interesse per tutti gli operatori di special cargo, un segmento a forte valore aggiunto.
La presentazione del rapporto ha visto il contributo di tutti i principali contrattisti italiani (Ansaldo Energia, Baker Hughes, Bonatti, Maire Tecnimont, Rosetti Marino, Saipem, Siirtec Nigi, TechnipFMC e Wood Foster Wheeler) e di Daslav Brkic e Giacomo Franchini, director della piattaforma SupplHi.
Sebbene questo 2020 abbiamo dimostrato la difficoltà nel prevedere eventi e mercati, le tendenze che caratterizzano la filiera emergono in modo chiaro e non sono nuove al settore. La transizione energetica – cioè il passaggio da fonti fossili a rinnovabili – è una realtà che presenta grandi incertezze riguardo ai tempi, alle tecnologie e alla quantificazione dei nuovi investimenti “verdi”.
Mentre il 2019 ha rappresentato un anno record per gli investimenti in nuovi impianti di estrazione, liquefazione, raffinazione e petrolchimica nel mondo, il 2020 ha rappresentato una contrazione di circa il 25% nei piani di investimento delle principali Energy Co. Guardando al futuro è importante concentrarsi sulla prevista ripresa degli investimenti post-Covid: il Medio Oriente resta la geografia di riferimento, seguito dal Nord America – nella sua accezione più ampia di Stati Uniti, Canada e Messico – e dalle regioni asiatiche, soprattutto Asean. La regione Russa continua a essere di grande interesse per i contrattisti italiani e quindi per le esportazioni collegate.
Durante questo 2020, i fornitori di produttori di turbine, scambiatori di calore e apparecchiature in pressione ma anche valvole e pompe – hanno visto alti livelli di backlog nei loro stabilimenti e lo stesso è atteso – per molti di loro – per i primi trimestri del 2021. Questo è dovuto agli elevati investimenti internazionali del 2019, mentre la situazione più complessa da fronteggiare sarà probabilmente sul finire del 2021 e inizio 2022, mesi che risentiranno dei minori investimenti del 2020. La sfida sarà probabilmente quella di supportare le varie offerte di nuovi progetti che si susseguiranno ma che verranno tradotti in commesse in stabilimento – forse anche in modo concorsuale e parallelo – solo un anno dopo e quindi in trasporti quasi due anni dopo.
Al di là degli investimenti, le necessità del mercato sono in continua evoluzione. Tra le dieci tendenze descritte nel Rapporto, quelle più rilevanti per il settore spedizioni e trasporti via mare di carichi per progetti e impianti internazionali sono cinque.
La de-carbonizzazione, soprattutto intesa nella sua accezione di “carbon avoidance” richiede una costante misurazione e monitoraggio delle emissioni di CO2 delle proprie attività, per le quali l’ambito logistico ha certamente una sua rilevanza. Anche tramite le valutazioni di enti terzi, gli spedizionieri e gli attori nei noli mare e nei sollevamenti speciali dovranno essere in grado di dichiarare ai clienti le loro emissioni e la loro Sostenibilità ESG, e dimostrare di avere un piano e iniziative per migliorare la loro performance.
È importante che nello scenario attuale i costi dei beni e servizi restino sotto controllo. L’efficienza è d’obbligo in questa filiera che ha già fronteggiato nel periodo 2016-2019 una forte revisione dei costi unitari. I progetti che vedranno l’avvio nei prossimi anni saranno tutti caratterizzati da una forte efficienza di costo per permettere la decisione d’investimento.
L’ “In Country Value”, cioè la capacità di far crescere la filiera di forniture e competenze locali nei paesi emergenti è una politica di contenuto locale sempre più richiesta. La localizzazione – in paesi con gli Emirati Arabi, l’Arabia Saudita, la Russia – è un criterio formale fondamentale per l’aggiudicazione delle commesse. Questo richiede la presenza di società locali con attività produttive e non solo commerciali, anche in collaborazione con attori locali. Gli italiani sono storicamente molto bravi in questo, anche a livello di Pmi, ma è necessario fare sempre di più anche per la parte di logistica collegata agli impianti.
La cosiddetta trasformazione digitale è una tendenza in atto da alcuni anni e si è ora capito come aiuti soprattutto alla revisione ed efficientamento dei processi interni. Anche la logistica gioca una sua parte fondamentale: è necessaria sempre maggiore apertura a nuove tecnologie per il monitoraggio in tempo reale delle spedizioni e del loro transito con “control towers”, smart contracts e molto altro. L’adozione del digitale è sostenuto ormai dall’evidenza che riduce i costi, aumenta la velocità nella comunicazione e la compliance.
Alla luce della rilevanza economica e sociale del settore e dei trends in atto, è necessaria maggiore rappresentatività, anche a livello di istituzioni e opinione pubblica. Come citato, il settore dell’energia e dell’impiantistica industriale in generale è il motore di innovazione, ricerca e sviluppo per almeno l’11% del Pil e il ruolo dei contrattisti è chiaro come anche quello dei fornitori a cui è richiesta – anche nell’ambito della logistica – maggiore specializzazione, sostenibilità e vera innovazione di prodotto e di processo.