In Italia c’è chi sospende le vendite e-commerce in Uk per le incertezze legate alla Brexit
Campagnolo, azienda italiana tra i principali produttori di componenti per bici da corsa, ha deciso di sospendere temporaneamente le vendite nel Regno Unito gestite tramite il suo sito web per le incertezze legate alla Brexit. Una decisione, ha spiegato il direttore marketing Nicolò Ildos a cyclingtips.com, presa perlopiù in via precauzionale dato che l’accordo non […]
Campagnolo, azienda italiana tra i principali produttori di componenti per bici da corsa, ha deciso di sospendere temporaneamente le vendite nel Regno Unito gestite tramite il suo sito web per le incertezze legate alla Brexit.
Una decisione, ha spiegato il direttore marketing Nicolò Ildos a cyclingtips.com, presa perlopiù in via precauzionale dato che l’accordo non era chiaro ed è stato approvato in prossimità delle festività, e che quindi Campagnolo ha assunto per evitare eventuali disagi alla clientela.
Nel concreto, lo stop sta riguardando abbigliamento e merchandising, uniche categorie di prodotti che Campagnolo propone per le vendite on line.
Il fenomeno sta peraltro interessando diversi brand del settore, tra cui la tedesca Canyon Bicycles (che ha messo in pausa le spedizioni fino almeno all’11 gennaio, adducendo come motivazione “l’incertezza e il rischio di colli di bottiglia alla frontiera”) e la olandese Dutch Bike Bits.
E, paradossalmente, sta riguardando anche Brooks England, società che produce sellini per bici in pelle, rilevata lo scorso settembre dall’italiana Selle Royal (ha sede a Pozzoleone, in provincia di Vicenza) ma ‘inglesissima’, essendo di base nelle West Midlands.
Secondo quanto precisato dalla stessa Brooks England a un’altra testata specializzata, la società ha infatti sospeso le vendite e-commerce dei suoi prodotti alla clientela del Regno Unito, questo perché tutti gli ordini provenienti dal sito web vengono gestiti logisticamente da un magazzino situato in Italia.
Anche nel caso di Brooks England, restano attive comunque le vendite retail, che nel Regno Unito la società gestisce affidandosi al dealer, chiamato Extra Uk.
Significativa (e molto amara) la spiegazione che Dutch Bike Bits ha fornito sul suo sito rispetto alle ragioni della sospensione (pubblicata però prima del raggiungimento in extremis del deal).
“Sfortunatamente, non saremo in grado di inviare pacchi nel Regno Unito da metà dicembre 2020 in poi. A parte l’incertezza dovuta alla Brexit […], c’è anche un problema causato dal governo britannico che ha deciso di imporre un regime fiscale unico che richiederà a tutte le società del mondo in ogni paese del mondo al di fuori del Regno Unito e che esportano nel Regno Unito di applicare e riscuotere le tasse britanniche per conto del governo britannico. Per fornire questo servizio, il governo intende addebitare una commissione a ogni azienda nel mondo in ogni paese del mondo che esporta nel Regno Unito. Chiaramente questo è già ridicolo per un paese, ma immaginiamo se tutti i paesi del mondo avessero la stessa idea. Se ogni paese decidesse di comportarsi allo stesso modo, dovremmo pagare 195 tasse ogni anno, stare al passo con i cambiamenti nella legislazione fiscale per 195 paesi diversi, tenere conti per conto di 195 paesi diversi e inviare pagamenti a 195 uffici delle imposte in 195 paesi diversi, e dimostrare che stiamo facendo tutto questo onestamente e senza errori. Pertanto da metà dicembre 2020 in poi spediremo in tutti i paesi del mondo … tranne il Regno Unito. Abbiamo molti clienti nel Regno Unito e vorremmo poter commerciare con loro. Non poter inviare pacchi nel Regno Unito non funziona in alcun modo a nostro favore e non è quello che volevamo. Siamo costretti dalla politica britannica a smettere di trattare con i clienti britannici. Se sei arrabbiato per questo, e potresti esserlo, contatta il tuo rappresentante eletto nel Regno Unito”.
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