Gennaio di forte crescita in Italia per le immatricolazioni di veicoli industriali
Il 2021 si è aperto con un buon risultato sul fronte delle immatricolazioni di veicoli industriali. Secondo il centro studi di Unrae – associazione che rappresenta le case automobilistiche straniere e che ha elaborato dati forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – a gennaio queste in Italia sono infatti cresciute, rispetto allo stesso […]
Il 2021 si è aperto con un buon risultato sul fronte delle immatricolazioni di veicoli industriali. Secondo il centro studi di Unrae – associazione che rappresenta le case automobilistiche straniere e che ha elaborato dati forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – a gennaio queste in Italia sono infatti cresciute, rispetto allo stesso mese del 2020, per quasi tutte le taglie di mezzi considerati.
La fascia dei veicoli con massa totale a terra superiore alle 3,5 tonnellate risulta in aumento del 9,5% (2.330 unità immatricolate verso 2.127), quella di mezzi con massa tra le 6 e le 15,99 del 4,5% (da 268 a 280 unità), e quella di mezzi con massa superiore alle 16 tonnellate addirittura del 10,7% (2.010 unità contro le 1.815 del gennaio 2020). Unica a perdere terreno è la fascia di veicoli tra le 3,5 e le 6 tonnellate, nella quale si sono registrate 40 immatricolazioni contro le precedenti 44 (-9,1%).
“Il dato di gennaio 2021 – ha commentato Paolo A. Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae – sembra confermare l’andamento positivo registrato già a partire dal luglio dello scorso anno”. L’associazione ha detto di stimare per l’intero 2021 una crescita del 9%, evidenziando però che un ritorno ai livelli pre-Covid, e cioè al 2019, potrà verificarsi “non prima del secondo semestre 2022”.
Per questo motivo Starace anche ha invitato il governo a “rendere strutturali i contributi per gli investimenti nell’autotrasporto, rivedendo in modo realistico le quote di finanziamento per le diverse categorie e tipologie di alimentazione disponibili sul mercato, focalizzandosi prevalentemente sul rinnovo del nostro parco circolante, tra i più vecchi d’Europa, e tenendo in considerazione che la quota dei veicoli alternativi ad oggi rappresenta solo il 5,6% del mercato”.
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