Confetra: “Al Governo chiediamo semplificazioni in cambio di investimenti green”
“Proponiamo al Ministro (Enrico Giovannini, ndr) un ‘Patto Pnrr’: lo Stato faccia davvero le riforme che attendiamo da oltre un decennio, ed ogni euro risparmiato dalle imprese logistiche sugli assurdi oneri burocratici tutti e soli italiani sarà investito per accelerare la transizione green”. Lo ha affermato Guido Nicolini, vertice di Confetra, al termine di un […]
“Proponiamo al Ministro (Enrico Giovannini, ndr) un ‘Patto Pnrr’: lo Stato faccia davvero le riforme che attendiamo da oltre un decennio, ed ogni euro risparmiato dalle imprese logistiche sugli assurdi oneri burocratici tutti e soli italiani sarà investito per accelerare la transizione green”. Lo ha affermato Guido Nicolini, vertice di Confetra, al termine di un incontro con il titolare del dicastero che ora intitolato alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili.
La proposta del numero uno della Confederazione arriva come replica – non è chiaro quanto provocatoria – a un rilievo del ministro, che secondo quanto riferito dallo stesso Nicolini avrebbe evidenziato durante l’incontro che “non ci sono le risorse per fare tutto, che a proposito di Pnrr ci si è troppo concentrati sulla parte risorse e poco su quella riforme, e che la transizione green va accelerata più che resa graduale”.
Considerazioni che Confetra dice di condividere, ricordando come il settore da oltre due anni aspetti un pacchetto di semplificazioni “a costo zero ed altissimo impatto”, che possa fare ordine nel contesto normativo e burocratico attuale: “Abbiamo circa 440 procedimenti amministrativi di controllo sulla merce e sui vettori spalmati su 17 pubbliche amministrazioni, quando la media europea è di non oltre 50 e quasi tutti coordinati dai Custom Office nazionali. Attendiamo dal 2016 un DPCM attuativo per lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli, la famosa Single Window One Stop Shop operativa in tutta Europa tranne che da noi. Siamo l’unico Paese europeo ad avere il doppio controllo Dogana – Guardia di Finanza sulle merci. Siamo l’unico Paese europeo ad avere una legislazione sulle spedizioni che risale al periodo fascista, il Codice Civile del 1942, e non abbiamo neanche adottato la lettera di vettura elettronica e-Cmrprevista dalla Convenzione di Ginevra. Nella maggior parte dei porti italiani, nelle ore di punta, i camion fanno dalle 5 alle 8 ore di fila per il carico merce, perché non esiste un sistema che garantisca l’appuntamento intermodale. E siamo l’unico Paese europeo ad avere tre soggetti di controllo per il Settore – Antitrust, Art, AgCom – in aggiunta ai ministeri vigilanti ed alla giustizia ordinaria”.
Da cui la proposta al Ministero: “Lo Stato faccia davvero le riforme che attendiamo da oltre un decennio, ed ogni euro risparmiato dalle imprese logistiche sugli assurdi oneri burocratici tutti e soli italiani sarà investito per accelerare la transizione green”.
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