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Ecco come Maire Tecnimont affronta il mare in tempesta dei noli marittimi per i container
Noli marittimi particolarmente elevati come in questo periodo e scarsità di container costringono le grandi imprese a studiare nuove soluzioni alternative, spingono a rivedere le strategie d’acquisto e in alcuni casi mettono a repentaglio anche importanti affari. È questa la sintesi dell’interessante testimonianza che Massimo Naldini, head of logistics department per Maire Tecnimont, ha portato […]
Noli marittimi particolarmente elevati come in questo periodo e scarsità di container costringono le grandi imprese a studiare nuove soluzioni alternative, spingono a rivedere le strategie d’acquisto e in alcuni casi mettono a repentaglio anche importanti affari.
È questa la sintesi dell’interessante testimonianza che Massimo Naldini, head of logistics department per Maire Tecnimont, ha portato in occasione del convegno organizzato da Animp per affrontare il delicato tema dell’andamento anomale dei noli marittimi e del relativo impatto sulla filiera dell’impiantistica. Maire Tecnimont è un gruppo italiano attivo nel settore ingegneristico, tecnologico ed energetico, con competenze specifiche nell’impiantistica (in particolare nel settore degli idrocarburi), nella chimica verde e nello sviluppo di tecnologie per la transizione energetica.
Come sta reagendo dunque un Epc contractor a un’impennata dei noli come quella in atto? Naldini ha premesso che l’azienda, conoscendo con largo anticipo i progetti a cui deve lavorare e i relativi flussi da gestire, tende a stringere accordi a lungo termine con i vettori marittimi. Prendendo in esame tre progetti recenti affidati ad altrettanti spedizionieri differenti il responsabile del dipartimento logistica ha spiegato come il primo, con una media di affidabilità nel rispetto dei transit time del 95%, è riuscito a garantire, nonostante il delicato periodo attuale, il 100% di puntualità nell’ultimo lavoro svolto. Il secondo player spedizionieristico, con una performance in media del 75%, ha invece performato al 70% mentre il terzo del 30% circa. Naldini ha però spiegato che un fattore determinante nella buona riuscita di una spedizione e nel rispetto dei tempi e dei costi messi a budget per quel trasporto “è anche il grado di cooperazione che la stessa Maire Tecnimont può dare allo spedizioniere”. Dunque se caricatore e consulente della logistica lavorano a stretto contatto in maniera coordinato i casi reali dicono che le probabilità di portare a termine la spedizione in tempi e con costi accettabili è più elevata nonostante l’elevato livello delle tariffe di trasporto via mare complichi non poco la vita.
Naldini ha raccontato alcune soluzioni che sono state messe in pratica per bypassare anche i problemi di congestione dei porti e di scarsità di equipment. “In certe condizioni è stata usata la ferrovia, in altre abbiamo deciso di consolidare più merce possibile e l’abbiamo fatta viaggiare noleggiando navi break bulk o part cargo invece che in container” ha detto il rappresentante di Maire Tecnimont. È perfino accaduto che merce pronta per l’imbarco sia stata lasciata a terra all’ultimo: “Una nave break bulk che avevamo fissato già da tempo ed era arrivata perfettamente in cancello (nei tempi contrattuali previsti, ndr), ha invertito la rotta per andare a caricare altri traffici” che evidentemente pagavano un nolo maggiore. “Fino a qualche tempo fa non pensavamo che una cosa del genere potesse succedere” ha aggiunto il responsabile della logistica del gruppo.
Proprio in un contesto di mercato così sfidante il ruolo dello spedizioniere come figura consulenziale e risolutore di criticità ha assunto proprio un valore particolare: “Abbiamo stimolato i freight forwarder a proporre soluzioni e in questo hanno saputo dimostrare la loro importanza”. Per un carico dal Far East a San Pietroburgo è stato sperimentato un trasporto via mare fino al porto di Vladivostok e poi via terra (treno o camion); in un altro caso è stata noleggiata una nave break bulk con scalo in Lettonia.
Da notare però che le recenti criticità emerse nei trasporti containerizzati via mare un impatto diretto sugli scambi commerciali iniziano concretamente ad averli. “Come Maire Tecnimont abbiamo iniziato a modificare l’asse d’acquisto e il baricentro verso l’Europa a discapito ad esempio della Corea. Stiamo ripensando molte delle nostre tradizionali logiche d’acquisto proprio per l’elevata incidenza del trasporto via mare” sui costi e sui tempi. “Il costo dei noli marittimi rischia di pregiudicare certi affari per il futuro ma spetta a noi capire quale potrà essere l’evoluzione del mercato nei prossimi 18 mesi” ha commentato infine Naldini. La cui conclusione è stata: “Il mare è in tempesta ma sappiamo navigarci e pensiamo ancora di riuscire a gestirlo bene”.
Nicola Capuzzo