“Il boom del prezzo dell’acciaio rischia di far decollare i canoni degli immobili logistici”
Il mondo dell’edilizia (e non solo) guarda da diversi mesi con preoccupazione all’andamento del prezzo dell’acciaio e di diverse altre materie prime, spinto verso l’alto dall’incremento della domanda cinese che si è avuto con la ripresa repentina dell’economia del paese, che ha portato i prezzi dei prodotti siderurgici a vivere un aumento del 130% nel […]
Il mondo dell’edilizia (e non solo) guarda da diversi mesi con preoccupazione all’andamento del prezzo dell’acciaio e di diverse altre materie prime, spinto verso l’alto dall’incremento della domanda cinese che si è avuto con la ripresa repentina dell’economia del paese, che ha portato i prezzi dei prodotti siderurgici a vivere un aumento del 130% nel periodo compreso tra il novembre 2020 e il febbraio 2021.
Anche se non c’è certezza su come potrà evolvere il trend (in un webinar organizzato da Siderweb a inizio febbraio, a cui aveva partecipato anche il patron di Duferco Antonio Gozzi, si ipotizzava che continuerà a lungo), il settore delle costruzioni teme però una paralisi dato che si tratta appunto di materiali di primaria importanza per i cantieri, pubblici e privati.
Ance (Associazione Nazionale dei Costruttori Edili) ha lanciato l’allarme dichiarando che il caro materiali “non è più sostenibile per le imprese” e ha quindi chiesto al governo “un intervento normativo urgente attraverso il quale riconoscere alle imprese gli aumenti straordinari di prezzo intervenuti”.
Il problema, ha evidenziato in un post Mario Costa, direttore per l’Italia della società di sviluppo immobiliare MileAway, riguarda inevitabilmente anche il settore dell’immobiliare logistico, nel quale a rischiare di fare letteralmente le spese degli aumenti del prezzo di acciaio & co. potrebbero essere i conduttori degli immobili e in ultima istanza i destinatari dei servizi di consegna.
“Se il prezzo delle materie prime continuerà a crescere a questo ritmo, gli immobili di logistica – da sempre grandi divoratori di ferro, calcestruzzo, rame – costeranno inevitabilmente di più!” ha scritto Costa, prefigurando “tempi duri quindi non solo per i conduttori che si troveranno alle prese con un incremento dei canoni sia per immobili build-to-suit che esistenti, ma anche per i consumatori. Di rimando infatti ci sarà anche un’impennata dei costi di delivery…”.
Nel dettaglio, secondo quanto riferito da Ance, oltre all’acciaio nello stesso intervallo citato sopra si è osservato un aumento “del 40% dei polietileni, del 17% del rame e del 34% del petrolio”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY