Gli effetti del Covid su negoziazioni e rapporti coi fornitori secondo Michelin, Skf e Marelli
Il tema degli acquisti in era Covid è stato recentemente al centro di un webinar organizzato dalla sezione Piemonte-Valle d’Aosta di Adaci (Associazione italiana acquisti e supply management) – significativamente intitolato ‘L’anno che ci ha cambiato’ – al quale hanno partecipato Laura Mesisca, Marco Zandonà e Maurizio Bacilieri, responsabili delle funzioni acquisti di importanti realtà […]
Il tema degli acquisti in era Covid è stato recentemente al centro di un webinar organizzato dalla sezione Piemonte-Valle d’Aosta di Adaci (Associazione italiana acquisti e supply management) – significativamente intitolato ‘L’anno che ci ha cambiato’ – al quale hanno partecipato Laura Mesisca, Marco Zandonà e Maurizio Bacilieri, responsabili delle funzioni acquisti di importanti realtà dell’area, ovvero rispettivamente Michelin, Skf e Marelli.
L’evento è stato un’occasione in cui fare il punto su tutte le rivoluzioni, grandi o meno, portate a forza dal Covid nelle modalità di lavoro di queste tre grandi aziende: dall’introduzione a pieno regime dello smart working (più semplice per quelle che già l’avevano sperimentato) alla gestione dei flussi e delle procedure, dalla necessità di riorganizzare gli spazi alla esigenza di acquistare Dpi (arrivando fino all’avvio di una produzione interna di mascherine come nel caso di Michelin, ha ricordato Mesisca).
Ma anche – considerato il peculiare punto di vista offerto dai tre Cpo (ovvero Chief Procurement Officer) – su come l’esperienza abbia cambiato i rapporti con i fornitori, inclusi quelli di servizi di logistica e trasporto. Dall’incontro è emerso infatti come il lockdown e l’emergenza sanitaria abbiano compresso gli spazi di negoziazione (un’osservazione simile era stata fatta anche da Giampiero Carozza, direttore acquisti di Amadori, che aveva anche stimato l’importo dei mancati risparmi dati dal condurre in remoto trattative importanti), tanto che – ha osservato Bacilieri (precisamente Global Commodity Manager Mro Marelli Europe, la ex Magneti Marelli) – la conseguenza è stata il proliferare di proroghe di contratti già in essere, o al più l’inserimento di deroghe.
Difficoltà si sono ritrovate anche nell’acquisto di servizi di trasporto, dove secondo il manager si è assistito a “aumento dei costi anche a due cifre, casi di speculazioni di operatori che compravano slot per poi rivenderli”. Una situazione che secondo Bacilieri ha portato a rimettere in discussione tante decisioni di ‘make or buy’, propendendo maggiormente per la prima opzione.
In generale l’esperienza del Covid, come per altre aziende, ha portato anche Magneti a cercare di “semplificare le catene logistiche, utilizzando modalità più semplici, percorrendo meno chilometri, servendoci meno dei trasporti di lungo raggio”.
Anche Zandonà (Senior Buyer di SKf Seals) ha parlato di una maggior preferenza per un approccio conservativo, così come di un rapporto più stretto con i fornitori, in particolare durante la fase più critica del lockdown, quando l’azienda ha avuto, in particolare per quelli più piccoli, un ruolo di ‘guida’ rispetto ad adempimenti burocratici e autorizzazioni.
Ora che la fase del lockdown duro è passata, la necessità di tutelare la filiera ha invece portato Skf a scegliere di condurre un’analisi di risk assessment, per prevenire le loro eventuali difficoltà finanziarie e nel caso andare a sostenere i fornitori considerati strategici.
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