Alsea: “Pressione fiscale in crescita e troppi tributi, urge una riforma”
Dare priorità alle riforme, in particolare a quella fiscale, con l’obiettivo di creare un sistema “equo, semplice e bilanciato”, che sposti parte del carico “dal lavoro e dalle imprese ai consumi”. È la proposta al governo di Alsea, che raccoglie spedizionieri e autotrasportatori lombardi, rispetto al Pnrr. A sostegno delle sue richieste l’associazione riporta in […]
Dare priorità alle riforme, in particolare a quella fiscale, con l’obiettivo di creare un sistema “equo, semplice e bilanciato”, che sposti parte del carico “dal lavoro e dalle imprese ai consumi”. È la proposta al governo di Alsea, che raccoglie spedizionieri e autotrasportatori lombardi, rispetto al Pnrr. A sostegno delle sue richieste l’associazione riporta in particolare il dato Istat che evidenzia come nel 2020 la pressione fiscale in Italia sia stata pari al 43,1% sul Pil (in aumento rispetto al 42,4% del 2019), valore che secondo la Fondazione Nazionale Commercialisti colloca la Penisola al primo posto in Europa.
La notizia peggiore, però – secondo la presidente di Alsea Betty Schiavoni – “non è che siamo i più tartassati d’Europa”, ma che la pressione fiscale sia sbilanciata dal lato del lavoro, contrassegnata da una economia sommersa elevata e frammentata in una miriade di tributi.
Tra i casi citati dall’associazione ci sono i contributi che le imprese devono versare per il funzionamento delle authority (che Alsea chiede di spalmare sulla fiscalità generale), così come l’esistenza della marca da bollo. L’eccesso di frammentazione inoltre fa sì che gli adempimenti fiscali richiedano in media 238 ore di lavoro (contro una media europea di 161), mentre di rimando i tempi di rimborso Iva sono in media di 62,6 settimane (In Europa la media è di 16,4 settimane”.
“Questi dati – ha ribadito Schiavoni – confermano quanto sappiamo: il nostro sistema tributario è inefficiente, macchinoso e, oserei dire, ingiusto”.
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