Spedizioni aeree sopra il 2019 a febbraio anche per le crisi delle supply chain
A febbraio i volumi delle spedizioni aeree globali hanno superato del 9% quelli dello stesso mese del 2019. Lo riferisce Iata (la International Air Transport Association, secondo la quale il dato è anche superiore dell’1,5% a quello del gennaio 2021. Di contro, nel mese la capacità disponibile (in Actk, available cargo tonne-kilometers) è stata inferiore […]
A febbraio i volumi delle spedizioni aeree globali hanno superato del 9% quelli dello stesso mese del 2019. Lo riferisce Iata (la International Air Transport Association, secondo la quale il dato è anche superiore dell’1,5% a quello del gennaio 2021. Di contro, nel mese la capacità disponibile (in Actk, available cargo tonne-kilometers) è stata inferiore del 14,9% a quella del febbraio 2019, generando quindi un load factor (ovvero un livello di riempimento) globale del 57,5%. Una evoluzione positiva per il settore che secondo la stessa associazione ha tra le sue cause le difficoltà delle catene di approvvigionamento tradizionali (leggasi: del trasporto marittimo), con i conseguenti ritardi nei tempi di consegna delle forniture. Leggermente meno positivo l’andamento della domanda della sola Europa. Nel mese i suoi volumi hanno superato infatti ‘solo’ del 4,7% quelli del febbraio 2019, mentre la contrazione di stiva è stata più simile a quella globale ovvero del -13,1%. In generale, comunque, quelle rappresentate nel report sono performance decisamente positive per il settore, che lo scorso mese secondo Iata ha mostrato non solo di avere recuperato rispetto alla emergenza sanitaria ma anche di avere raggiunto i livelli del 2018, precedenti alla crisi dei dazi tra Usa e Cina.
“La domanda di merci aviotrasportate non si sta solo riprendendo dalla crisi del Covid-19, ma sta crescendo” ha rimarcato il nuovo Direttore generale dell’associazione, Willie Walsh.
Anche per il futuro Iata si è detta ottimista visti i diversi segnali positivi che stanno arrivando dal contesto economico in particolare attraverso il Pmi (Purchasing Managers’ Index). Il fatto che questo abbia raggiunto nel mese i 53,9 punti indica una certa propensione agli acquisti da parte dei relativi responsabili aziendali (in particolare risulta in crescita la componente che predice l’aumento delle esportazioni). In aggiunta i livelli delle scorte sono indicati come bassi rispetto alle vendite, altro dato che solitamente ‘prevede’ una necessità di ricorrere al trasporto aereo per rifornimenti.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY