De Crescenzo (Fedespedi): “Rinviare a fine anno l’entrata in vigore della normativa sui controlli radiometrici”
Mancano solo una decina di giorni al 30 aprile, giorno che sancisce la scadenza del rinvio di quattro mesi che era stata disposto dal decreto Milleproroghe per l’entrata in vigore della nuova normativa relativa ai controlli radiometrici sulle merci in import in Italia, che – in assenza di un decreto del Mims – andrebbe a […]
Mancano solo una decina di giorni al 30 aprile, giorno che sancisce la scadenza del rinvio di quattro mesi che era stata disposto dal decreto Milleproroghe per l’entrata in vigore della nuova normativa relativa ai controlli radiometrici sulle merci in import in Italia, che – in assenza di un decreto del Mims – andrebbe a estendere a l’assoggettamento ai controlli a circa “il 70-80% delle merci” in arrivo (secondo stime di Confetra).
“Una tempesta perfetta” che “rischia di paralizzare gli scali italiani” secondo Fedespedi, che questa volta – visto evidentemente lo scarso tempo ancora a disposizione prima del termine – per voce di Domenico de Crescenzo, vicepresidente con delega a Customs e rapporti con Adm, ha chiesto di posticipare la scadenza a fine anno.
“Chiediamo al Ministero dello Sviluppo Economico di prorogare il termine del 30 aprile e far slittare al 31 dicembre 2021 l’entrata in vigore delle nuove regole sulla sorveglianza radiometrica delle merci in ingresso nel Paese” ha dichiarato de Crescenzo. “Questo per dare il tempo agli uffici competenti – oltre al Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero degli Affari Esteri, dell’Ambiente, del Lavoro, della Salute, sentiti l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare – di fissare “le nuove regole e un nuovo elenco dei prodotti che dovranno essere sottoposti ai controlli radiometrici in sede di sdoganamento, in continuità con quanto previsto dalle norme vigenti, che dimostrano di essere già ampiamente efficaci nel garantire la sicurezza delle merci rispetto a eventuali rischi di radioattività”.
Nel merito la posizione di Fedespedi e Confetra è la stessa già espressa in una lettera inviata al titolare del Mise Giancarlo Giorgetti. Le due sigle chiedono di confermare in via definitiva le disposizioni del DM n.100/2011, “che hanno dimostrato negli anni di essere efficaci nello scongiurare qualsiasi rischio di contaminazione radioattiva e che sono già le più rigorose tra quelle adottate dagli Stati Membri UE, anche secondo il parere autorevole del Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna”.
In caso contrario, il rischio già paventato è quello di un rallentamento del sistema logistico: “Tempi e costi dilatati metterebbero a serio rischio la capacità della logistica italiana di competere a livello globale, a scapito di operatori, imprese produttrici e di tutta l’economia italiana, già gravata da un anno come quello pandemico, dove numerose disruption nella supply chain hanno dimostrato quanto la logistica sia, invece, un settore strategico, dal quale dipendono il benessere economico e sociale del Paese”.
Secondo quanto riferiva nei mesi scorsi Spediporto, l’associazione genovese degli spedizionieri, in assenza del decreto i controlli verrebbero estesi “a circa il 70% delle merci importate nel nostro Paese, rendendo di fatto impossibile la consegna di ogni tipologia di prodotto che includa parti metalliche”, quali viti presenti nei mobili da montare, le fibbie e i bottoni nei vestiti e in generale qualsiasi prodotto che includa parti metalliche, anche in piccole quantità.
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