Ricavi dal cargo aereo ai massimi storici nel 2021 secondo Iata
Iata ha rivisto al rialzo le sue (già più che rosee) previsioni relative all’andamento economico delle compagnie aeree nel segmento cargo per il 2021. Secondo l’associazione, i ricavi generati da questa attività ammonteranno infatti complessivamente a 152 miliardi dollari, raggiungendo il loro massimo storico (le precedenti previsioni ipotizzavano che si fermassero a 110 e successivamente […]
Iata ha rivisto al rialzo le sue (già più che rosee) previsioni relative all’andamento economico delle compagnie aeree nel segmento cargo per il 2021.
Secondo l’associazione, i ricavi generati da questa attività ammonteranno infatti complessivamente a 152 miliardi dollari, raggiungendo il loro massimo storico (le precedenti previsioni ipotizzavano che si fermassero a 110 e successivamente a 139 miliardi), e migliorando dunque nettamente anche il risultato del 2020 (128 miliardi di dollari, mentre nel 2019 erano stati pari a 101 miliardi).
Dal punto di vista dei volumi, le stime di Iata sono per il 2021 di movimentazioni complessive per 63,1 milioni di tonnellate (prima si prevedeva arrivassero a 61,2), un dato quasi perfettamente in linea con i 63,5 milioni registrati pre-crisi. Nel complesso, a fine anno secondo l’associazione il segmento merci continuerà a rimanere centrale negli affari delle compagnie aeree, arrivando a valere per circa un terzo del fatturato sviluppato complessivamente, contro il 12% del 2019 (e il 36% del 2020).
Un cambio di scenario frutto naturalmente anche del trend contrario che interessa il segmento passeggeri, con voli ancora quasi tutti a terra. Secondo Iata si assisterà a un miglioramento, su questo fronte, durante l’anno, ma questo (considerate le restrizioni agli spostamenti) interesserà prevedibilmente solo i voli interni e non quelli internazionali, trattenendo quindi a terra gran parte della capacità belly globale.
Da notare che complessivamente l’associazione si aspetta che i ricavi delle compagnie quest’anno si fermeranno a 458 miliardi di dollari, il 23% in più rispetto ai 372 miliardi del 2020 (nel 2019 erano stati 838), ma meno di quanto ipotizzato nei precedenti report di giugno e novembre 2020 (rispettivamente 459 e 598 miliardi).
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