Tre consigli firmati Asstra per gli importatori di merce indiana in Italia
Preferire la ferrovia, evitare spostamenti tra Stati interni, fare molta attenzione ai documenti di transito. Sono le tre raccomandazioni date da Asstra agli operatori che importano in Italia dall’India, un mercato che si appresta a crescere ancora molto rapidamente. Ad oggi il subcontinente rappresenta il quinto partner commerciale della Penisola proprio per le merci in […]
Preferire la ferrovia, evitare spostamenti tra Stati interni, fare molta attenzione ai documenti di transito. Sono le tre raccomandazioni date da Asstra agli operatori che importano in Italia dall’India, un mercato che si appresta a crescere ancora molto rapidamente. Ad oggi il subcontinente rappresenta il quinto partner commerciale della Penisola proprio per le merci in import – per lo più vestiti, stoffe, pezzi di ricambio in plastica/metallo, parti di automobili e prodotti chimici – il cui valore nel 2019 è stato pari a 5,77 miliardi di dollari.
In particolare – spiega Asstra, società di trasporti e logistica di Zurigo, che in Italia ha una sede a Trescore Balneario, in provincia di Bergamo – è necessario considerare che nel paese solo il porto di Nhava Sheva a Mumbai fornisce un collegamento diretto con l’Europa, con rotte che raggiungono Genova, La Spezia o Venezia in circa 35-40 giorni. Pertanto i carichi provenienti da scali come Nuova Delhi, Calcutta o Chennai passano per la stessa Nhava Sheva o per Colombo in Sri Lanka, impiegando circa 10 giorni in più per l’arrivo in Italia. In aggiunta in India sono frequenti gli ingorghi stradali che possono provocare ritardi negli arrivi dei camion in porto. La raccomandazione di Asstra è quindi, nel caso la merce arrivi dal nord del paese, di “spedirla per ferrovia direttamente da Nuova Delhi. “Poiché le spedizioni ferroviarie hanno la priorità sui camion quando arrivano al porto di Mumbai, questo trucco può aiutare a ridurre i potenziali ritardi” suggerisce Nataliya Sheremetyeva, responsabile Italy Focus Market Sales della società.
Attenzione meritano anche le cosiddette ‘tasse interstatali’ indiane, che si applicano ad esempio se un carico viene spostato da un magazzino di uno Stato interno a quello di uno stato costiero. “La spedizione dall’India può portare delle sorprese. Questo vale per gli acquisti alle condizioni di FOB (Free on Board) Nuova Delhi. Questa città si trova nell’entroterra e non sul mare, quindi il fornitore deve pagare per la consegna al magazzino di Nuova Delhi, da dove la merce viene spedita”, dice Marco Casali, Responsabile della Divisione Container Italia, Sea Freight & Project Cargo di Asstra.
L’ultimo consiglio di AsstrA riguarda i documenti di transito e in particolare gli originali che “sono necessari per il ritiro della merce nel porto di destinazione”. Quando la merce viene spedita il ‘connaissement’ o la polizza di carico (bill of lading) sono emessi dallo spedizioniere. Quindi deve essere fisicamente inviato all’importatore in Italia, che a sua volta deve restituire i documenti originali allo spedizioniere o al suo agente in Italia. La mancanza di questi documenti – spiega Luba Zakharava, Country e Branch Manager di AsstrA Italia – “può causare ulteriori problemi, ad esempio il blocco del carico nel porto”. Un altro documento cruciale per lo sdoganamento è il Certificato di Origine rilasciato dalla Camera di Commercio Indiana e dal Trade Promotion Council, perché in sua assenza al porto di destinazione dovrà essere pagato il dazio.