Ortofrutta alle prese con limitazioni nei container reefer e rotte ‘deviate’
A partire dal 25 maggio la compagnia marittima Msc ha limitato temporaneamente l’accettazione delle prenotazioni di container refrigerati dall’Europa all’Asia. La misura, ha spiegato, sarà applicata “nelle prossime settimane” e si giustifica con la “difficile situazione di mercato” e la conseguente “significativa carenza” di equipment sulla stessa rotta. Nei giorni scorsi gli analisti di Drewry […]
A partire dal 25 maggio la compagnia marittima Msc ha limitato temporaneamente l’accettazione delle prenotazioni di container refrigerati dall’Europa all’Asia. La misura, ha spiegato, sarà applicata “nelle prossime settimane” e si giustifica con la “difficile situazione di mercato” e la conseguente “significativa carenza” di equipment sulla stessa rotta.
Nei giorni scorsi gli analisti di Drewry avevano evidenziato come anche i noli del trasporto marittimo di container refrigerati avessero raggiunto un record storico nei primi tre mesi del 2021, prevedendo anche un loro ulteriore aumento nel secondo trimestre. Tra le ragioni dei rincari secondo la società di analisi è da considerare l’aumento stagionale della domanda ma appunto anche il fatto che le spedizioni di prodotti refrigerati “debbano competere per lo spazio con un traffico di carichi secchi più remunerativi”. Drewry aveva anche messo in guardia rispetto alla disponibilità di equipment reefer, che a suo dire “rimarrà limitata nei prossimi anni” per via della crescita attesa del settore nonostante l’aumento della produzione.
A lanciare un allarme sulle difficoltà di spedire reefer dall’Italia e dall’Europa verso l’Asia sono stati in questi giorni sulle pagine di Italia Oggi anche diversi operatori del settore ortofrutticolo, in un articolo in cui si parla di prezzi più che decuplicati (da circa 1.000 a 12mila euro) e tempi raddoppiati (da 60 a 120 giorni) per spedizioni dal Vecchio Continente alla Cina.
Accanto a quelli relativi alla carenza di container e ai problemi di riposizionamento dei vuoti, tra gli addetti ai lavori si stanno facendo largo timori di altro tipo, sempre però legati alla logistica dei prodotti. In particolare Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, ha parlato del rischio di una perdita di competitività dei prodotti italiani a vantaggio in particolare di quelli spagnoli per ragioni legate alle rotte seguite dalle navi rispetto alla domanda. “Le navi seguono le rotte in base ai volumi” ha affermato Salvi. “Nel Mediterraneo prima si partiva dalla Spagna, si arrivava in Italia e poi si arrivava a destinazione. Ora si parte dall’Italia e poi si raggiunge la Spagna, che si può avvantaggiare con una decina di giorni di navigazione in meno. Tutto questo incide sul risultato finale della merce deperibile che arriva a destinazione. È un grande vantaggio competitivo”. Paolo Bruni, presidente di Cso Italy, ha anche descritto il sistema logistico italiano come inadeguato per il comparto ortofrutticolo, evidenziando di contro come invece la Spagna abbia “investito nelle proprie strutture logistiche passando, in termini di export ortofrutticolo, da 7,5 miliardi di euro nel 2002 a 14 miliardi nel 2020. L’Italia, sullo stesso periodo, è passata invece da 2,8 a 4,8 miliardi”.
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