Container bloccati in Cina: Giochi Preziosi ipotizza il reshoring della produzione
La crisi del trasporto marittimo rischia di mettere in pericolo i festeggiamenti del prossimo Natale. A lanciare l’allarme è Enrico Preziosi, patron di Giochi Preziosi, che dalle pagine del Corriere della Sera ha spiegato di essersi ritrovato con un notevole numero di contenitori bloccati in Cina e di temere che la situazione possa non risolversi […]
La crisi del trasporto marittimo rischia di mettere in pericolo i festeggiamenti del prossimo Natale.
A lanciare l’allarme è Enrico Preziosi, patron di Giochi Preziosi, che dalle pagine del Corriere della Sera ha spiegato di essersi ritrovato con un notevole numero di contenitori bloccati in Cina e di temere che la situazione possa non risolversi in tempo per le festività natalizie, che richiedono di avere i giocattoli disponibili sugli scaffali dei negozi già nel mese di ottobre.
“Ho 5.500 container fermi nei porti della Cina. Per sbloccare le navi e ricevere la merce le compagnie asiatiche ci chiedono di pagare cifre astronomiche: invece dei circa 10 milioni che abbiamo sempre versato per queste spedizioni, ora ce ne vogliono più di 60” ha dichiarato l’imprenditore, che però anziché puntare il dito verso le compagnie armatoriali e le loro strategie commerciali (come fatto invece da altri settori produttivi che hanno sposato le posizioni dello European Shippers Council), ha ipotizzato che la causa delle difficoltà possa essere “parte della grande disputa commerciale tra Cina e Occidente”. “Nei trasporti – ha affermato – è in atto una sorta di asta speculativa, equiparabile a una nuova battaglia sui dazi”.
Secondo Preziosi, che spiega di realizzare in Cina, dove è presente da 45 anni, il 95% delle produzioni, il suo gruppo ha già dovuto fare fronte nei mesi scorsi a un “aumento del 10-15% del costo delle produzioni chiesto da cinesi per l’aumento del prezzo delle materie prime”. Considerando anche le difficoltà legate ai trasporti, l’imprenditore arriva a ipotizzare di riportare in Italia la produzione. “Ci vuole un piano di reshoring dell’industria” ha dichiarato Preziosi, invocando infine “il consenso del governo, con strumenti di supporto che riguardano contribuzione e tassazione”.
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