Rinnovo rotabili e contratto di programma: il Governo punta sul cargo ferroviario
In anticipo sulla scadenza del 6 luglio, la Camera ieri ha dato il definitivo via libera (validando il testo emendato dal Senato senza ulteriori modifiche) alla conversione in legge del decreto con cui il Governo ha istituito il fondo complementare al Pnrr da circa 30 miliardi di euro. Oltre alla distribuzione degli 800 milioni di […]
In anticipo sulla scadenza del 6 luglio, la Camera ieri ha dato il definitivo via libera (validando il testo emendato dal Senato senza ulteriori modifiche) alla conversione in legge del decreto con cui il Governo ha istituito il fondo complementare al Pnrr da circa 30 miliardi di euro.
Oltre alla distribuzione degli 800 milioni di euro per il rinnovo della flotta marittima (al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili toccherà stabilire i criteri di fruizione), cui si sono aggiunti con un emendamento al Senato (sottoscritto da tutti i partiti di maggioranza) 35 milioni di euro specificamente destinati al “rinnovo delle flotte navali private adibite all’attraversamento dello Stretto di Messina” (come raccontato ieri da SHIPPING ITALY) il testo è stato ritoccato anche al fine di precisare la ripartizione di 200 milioni di euro in origine genericamente destinati al “rinnovo del materiale rotabile”.
Nel testo definitivo, oltre a confermare la tempistica di erogazione (“60 milioni di euro per l’anno 2021, 50 milioni di euro per l’anno 2022, 40 milioni di euro per l’anno 2023, 30 milioni di euro per l’anno 2024 e 20 milioni di euro per l’anno 2025”), si precisa ora che tali risorse serviranno per il “rinnovo del materiale rotabile e infrastrutture per il trasporto ferroviario delle merci”.
Non solo, perché un ulteriore emendamento ha dettagliato le categorie beneficiarie, previo decreto attuativo del Mims di concerto col Mef: “Imprese del settore ferroviario merci e della logistica che svolgono le proprie attività sul territorio nazionale. I contributi sono destinati al finanziamento, in misura non superiore al 50 per cento, dell’acquisto di nuovi carri, locomotive e mezzi di movimentazione per il trasporto merci ferroviario anche nei terminal intermodali, nonché al finanziamento, nella misura del 100 per cento, di interventi destinati all’efficientamento ecosostenibile di raccordi ferroviari di Rete ferroviaria italiana Spa”.
A complemento di tutto ciò, nella bozza del DL Trasporti bis, il Governo avrebbe inserito altre misure di interesse (anche) del cargo ferroviario, volte in particolare a facilitare l’utilizzo delle risorse stanziate da Pnrr e fondo complementare per il potenziamento della rete ferroviaria. Si stabilisce infatti che esse siano da considerarsi “immediatamente disponibili per il gestore ai fini dell’assunzione di impegni giuridicamente vincolanti”. Gli interventi previsti, poi, costituiranno “parte integrante del contratto di programma 2022-2026–parte investimenti tra il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e Rete Ferroviaria Italiana” e per l’aggiornamento 2020-21 di quello vigente (2017-2021) basterà “il parere favorevole espresso dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile” (senza passaggi parlamentari), con immediata disponibilità degli “stanziamenti ivi previsti”.
Previsto, infine, anche il rifinanziamento (2 milioni di euro) per il 2021 del fondo per l’incentivo alla formazione dei macchinisti del settore cargo, misura ventilata ma saltata in molti dei provvedimenti emergenziali adottati da un anno a questa parte.
Andrea Moizo
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