Autotrasporto: “Gnl e idrogeno sono il futuro, ma prioritario è lo svecchiamento del parco circolante”
Milano – Mezzi commerciali vetusti, e pertanto anche meno sicuri, affollano le strade italiane, sulle quali viaggia oggi un parco circolante tra i più vecchi d’Europa. Questo è il dato di realtà da cui devono partire i ragionamenti e quindi le politiche per guidare la transizione energetica del settore dell’autotrasporto secondo Anfia, Federauto e Unrae, […]
Milano – Mezzi commerciali vetusti, e pertanto anche meno sicuri, affollano le strade italiane, sulle quali viaggia oggi un parco circolante tra i più vecchi d’Europa. Questo è il dato di realtà da cui devono partire i ragionamenti e quindi le politiche per guidare la transizione energetica del settore dell’autotrasporto secondo Anfia, Federauto e Unrae, che hanno scelto una conferenza stampa congiunta come strumento per “puntare un faro sul settore” e presentare quella che hanno definito una “roadmap per il rilancio del trasporto merci”.
Nel dettaglio – spiegano le tre associazioni, per esteso la Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, la Federazione Italiana Concessionari Auto e l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri – parliamo di circa 700.000 veicoli con portata maggiore di 3,5 tonnellate che hanno un’età media di 13,4 anni, il 56% dei quali conformi alle direttive ante Euro IV (analizzando solo i veicoli pesanti ovvero con portata superiore o uguale alle 16 tonnellate la percentuale scende al 45,5% e l’età media a 11,5 anni). Impietoso il confronto con gli altri mercati nazionali principali: in Germania l’età media è di 9,6 anni (a fronte di una quota di veicoli ante Euro IV pari solo al 7,2%), mentre in Francia i veicoli hanno in media 13,3 anni ma comunque quelli ante Euro IV sono solo il 13,3 del totale. In entrambi i paesi, inoltre, la percentuale di veicoli Euro VI si avvicina o è superiore al 50%, mentre in Italia questa è solo del 20,5%.
Una situazione, quella italiana, che – come illustrato nel corso dell’evento – appare legata anche alla grandezza e alla natura delle aziende in questione. L’autotrasporto ‘conto terzi’, che ‘pesa’ il 52,7% del totale dei mezzi, risulta infatti, come prevedibile, più ‘evoluto’, con un’età media di 10,8 anni e una quota di veicoli ante Euro IV pari al 39,5% (per circa 145mila mezzi) Percentuale che praticamente raddoppia (passando al 70%, per 151mila veicoli) tra chi invece fa trasporto merci in conto proprio, con l’età media che in questo caso di alza fino a 15,6 anni.
Parlare di Gnl e idrogeno quindi “va di moda” – ha affermato Paolo Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae – ma la realtà è drammaticamente un’altra e anche se dal parco circolante si sposta lo sguardo quello che è stato il mercato italiano dei veicoli industriali superiori alle 3,5 tonnellate, dal punto di vista dell’alimentazione, nel primo trimestre del 2021, la fotografia è comunque quella di un settore in cui il percorso verso la transizione energetica è ancora ai primi passi.
Delle nuove immatricolazioni, il 93,5% ha riguardato ancora veicoli diesel, mentre il Gnl ha rappresentato una quota pari al 4,5%. Ancora più minoritarie le altre alimentazioni, con il metano pari all’1,7%, l’ibrido allo 0,2% e l’elettrico puro è stato quasi allo zero assoluto, con soli due mezzi immatricolati complessivamente).
Nel concreto come accennato sopra le tre associazioni, per voce dei rispettivi rappresentanti delle sezioni dedicate al trasporto industriale – oltre a Starace per Unrae erano presenti Luca Sra, Delegato Anfia per il Trasporto merci e Gianandrea Ferrajoli, Coordinatore Federauto Truck- che hanno spiegato di rappresentare circa l’80% (se non più) del comparto in Italia, hanno presentato quella che hanno chiamato una “roadmap per il rilancio del trasporto merci”, un insieme di proposte che guardano naturalmente anche alla disponibilità di fondi messi a disposizione dal Pnrr e che in gran parte si concentrano sulla richiesta di interventi per disincentivare l’utilizzo di veicoli delle classi fino a euro IV (qui la presentazione dettagliata).
“Oltre ad essere indispensabile per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale del trasporto merci il rinnovo del parco circolante risponde anche alla necessità di elevare gli standard di sicurezza dei veicoli che ogni giorno viaggiano sulle strade, superando la contraddizione tra gli enormi investimenti dei produttori per adeguarsi alle normative vigenti in materia e l’effettiva dotazione dei mezzi in uso” ha affermato Sra, ricordando che solo il 21,6% dei veicoli industriali circolanti è dotato dei dispositivi di sicurezza resi obbligatori dal 1° novembre 2015 (AEBS per la frenata autonoma d’emergenza ed LDW per il mantenimento della corsia).
Il rilancio del trasporto merci – ha rimarcato Gianandrea Ferrajoli, Coordinatore Federauto Truck – deve comprendere “una complessa e articolata trasformazione dell’intero comparto in un’ottica sostenibile ed ecologica, che riteniamo possa concretizzarsi anche e soprattutto attraverso forme di disincentivo all’utilizzo di mezzi obsoleti”. Un veicolo su tre in Italia è infatti Euro 0, 1 o 2, “un dato impressionante considerato che corrisponde al quintuplo della Germania e al triplo rispetto alla Francia” ha continuato Ferraioli, ribadendo come le idee presentate durante la giornata siano un modo per “non lasciarci sfuggire l’occasione offerta dai fondi previsti dal PNRR per una definitiva modernizzazione del comparto trasporti in un’ottica più moderna e rispettosa dell’ambiente”.
“La diffusione dei motori elettrici, ibridi, a idrogeno e dei biocarburanti – ha ribadito Starace – è ancora molto limitata per contribuire efficacemente agli obiettivi di decarbonizzazione. Allo scopo di accelerare la diffusione di queste motorizzazioni, nel breve periodo, è necessario prevedere misure di incentivazione per il ricambio dei mezzi più vetusti, anche con veicoli Euro VI di ultima generazione, in modo da ridurre notevolmente le emissioni di CO2 rispetto all’attuale parco”, che alla ‘lista della spesa’ ha poi aggiunto le richieste di “rifinanziare l’ecobonus sui veicoli commerciali per tutto il 2021, di prevedere agevolazioni anche per il rinnovo del parco dei rimorchi e semirimorchi, di rendere operativo il sistema dei ‘certificati bianchi’ per il rinnovo delle flotte, e la rimodulazione del bollo dei veicoli industriali sulla base del criterio che chi più inquina più paga”.
F.M.
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