La ricetta per la ‘logistica giusta’ secondo Boustouller (Ceva Logistics Italia)
Chiudere le false cooperative e pagare di più il costo del lavoro: sono questi gli ingredienti necessari per costruire un comparto logistico che si collochi nella legalità. A citarli in un’intervista al Corriere della Sera è stato Christophe Boustouller, Ad di Ceva Logistics Italia, che sui due punti ha molto da dire. Nell’intervista il manager […]
Chiudere le false cooperative e pagare di più il costo del lavoro: sono questi gli ingredienti necessari per costruire un comparto logistico che si collochi nella legalità. A citarli in un’intervista al Corriere della Sera è stato Christophe Boustouller, Ad di Ceva Logistics Italia, che sui due punti ha molto da dire.
Nell’intervista il manager ha infatti ripercorso l’esperienza vissuta direttamente dall’azienda, prima coinvolta indirettamente da un’indagine penale per false dichiarazioni e sfruttamento della manodopera (che ha avuto come target il consorzio Premium Net), poi nel maggio del 2019 finita in amministrazione giudiziaria, fino alla revoca (in anticipo di tre mesi) della misura nel marzo del 2020.
Da allora, ha ricordato Boustouller, Ceva è riuscita a rinnovare alcuni dei contratti in essere (ad esempio con Mondadori, Messaggerie Libri e Miele) ma ha rinunciare ad alcuni clienti che invece puntavano solo al massimo ribasso.
Il nuovo equilibrio, ha spiegato l’ad, è stato infatti raggiunto introducendo diverse modifiche e innalzando il livello dei controlli interni: “Abbiamo cambiato il board, l’organismo di vigilanza, l’audit interno e svolgiamo un’attività di monitoraggio dei siti per verificare a chi diamo una commessa di trasporto” ha spiegato Boustouller, evidenziando come le verifiche “comprendano persino il check up sulle buste paga dei subappaltatori e una serie di interviste volte a verificare la correttezza dei rapporti intrattenuti tra operatore, cooperative, lavoratori e sindacati”.
Gli accertamenti hanno portato l’azienda, parte del gruppo francese Cma Cgm, a tagliare i rapporti con circa il 20% delle cooperative con cui lavorava in precedenza, in parte sostituendole e in parte internalizzando il lavoro, una possibilità che però secondo il manager può verificarsi solo quando con le aziende clienti si firmano contratti lunghi. Più in generale, come già fatto in passato Boustolluer anche dalle pagine del Corriere ha chiamato in causa la committenza: “Bisognerà trovare un accordo con i clienti, noi garantiamo loro piena trasparenza e assenza di conflitti laceranti e loro però devono arrivare nel giro di due-tre anni a pagare di più il servizio”.
Il punto di vista del manager francese sul tema del lavoro nel comparto logistico si distingue però anche per l’approccio riservato alle relazioni con sindacati e associazioni di categoria.
Con i Cobas Ceva ha recentemente raggiunto un accordo relativo alle attività svolte nel sito di Stradella. “Abbiamo adottato un atteggiamento pragmatico e abbiamo negoziato” ha spiegato Boustoller, spiegando che è stata la necessità di garantire il servizio a spingere a trattare, pur rimarcando di non condividere i metodi che erano stati messi in atto dal sindacato di base durante la protesta che si è poi chiusa con l’intesa.
Ma critico il manager è stato anche nei confronti delle associazioni industriali, che finora a suo dire non hanno capito “fino in fondo che è questa la strada da battere”. Più ottimista si è detto però per il futuro, in particolare dopo il rinnovamento in ‘casa’ Assologistica ora sotto la nuova guida di Umberto Ruggerone: “Ci siamo dati tre priorità: compliancy. dialogo con tutti i sindacati e dialogo con le istituzioni. È una novità importante che darà i suoi frutti”.
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