Anita: “Contro la carenza di autisti nel trasporto merci riqualificazioni e una quota del decreto flussi”
La ripresa economica che ha seguito la grave crisi pandemica rischia di incepparsi perché le imprese non riescono a trovare autisti per le proprie flotte. L’allarme è lanciato da Anita, l’Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici aderente a Confindustria, per la quale il problema “non è soltanto nazionale, ma europeo” e deve essere contrastato con politiche […]
La ripresa economica che ha seguito la grave crisi pandemica rischia di incepparsi perché le imprese non riescono a trovare autisti per le proprie flotte. L’allarme è lanciato da Anita, l’Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici aderente a Confindustria, per la quale il problema “non è soltanto nazionale, ma europeo” e deve essere contrastato con politiche attive del lavoro, quali quelle per la riqualificazione di disoccupati, e dedicando una quota del decreto flussi a chi svolge questa professione.
“L’aumento della domanda di trasporto che arriva dal mondo produttivo, l’esigenza di coniugare tempi di consegna sempre più stretti con il prioritario rispetto delle norme di sicurezza della circolazione, le inefficienze del sistema distributivo con insopportabili aumenti dei tempi attesa allo scarico e uno stato delle infrastrutture oggettivamente complesso che a sua volta genera un aumento dei tempi di consegna delle merci – ha affermato Thomas Baumgartner, presidente dell’associazione – sta creando una miscela esplosiva, amplificata dalla mancanza di autisti”.
Per Baumgartner la crisi, che rischia di creare difficoltà all’approvvigionamento dei beni, “compresi quelli di prima necessità”, va affrontata con il “rafforzamento delle politiche attive del lavoro”, in particolare “una efficace azione per qualificare persone, anche disoccupate o coinvolte in situazioni di crisi aziendali che potrebbero essere collocate nel settore”.
Altri nodi da affrontare sono poi quello della formazione scolastica, dato che i nuovi veicoli “richiedono conoscenze di tecnologie più alla portata delle nuove generazioni e garantiscono maggiore sicurezza e sostenibilità ambientale”. In questo modo secondo l’associazione “si supererebbe anche la questione dei costi legati all’ottenimento della CQC (Carta Qualificazione Conducente, ndr) e della patente professionale che sono oggi certamente un ulteriore elemento deterrente per i giovani”.
Ultimo invito al Governo lanciato da Anita è quelli di “prevedere una quota dedicata agli autisti all’interno del decreto flussi” (che stabilisce quanti cittadini stranieri non comunitari possano entrare in Italia ogni anno per motivi di lavoro), rispetto al quale l’associazione dice di attendersi risposte positive, pur consapevole che questa non possa essere la soluzione al problema ma solo un “contributo positivo”.
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