Export Italia nei primi cinque mesi del 2021: statistiche e dettagli di Sace Simest
Secondo Sace – Simest nei primi cinque mesi del 2021 l’export italiano di beni registra un’ampia crescita del +23,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’andamento beneficia in particolare del confronto con aprile e maggio dello scorso anno, i mesi di picco delle restrizioni legate all’emergenza pandemica globale e in cui le esportazioni hanno toccato […]
Secondo Sace – Simest nei primi cinque mesi del 2021 l’export italiano di beni registra un’ampia crescita del +23,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’andamento beneficia in particolare del confronto con aprile e maggio dello scorso anno, i mesi di picco delle restrizioni legate all’emergenza pandemica globale e in cui le esportazioni hanno toccato i loro livelli minimi.
Per la prima volta da inizio anno l’export registra una flessione congiunturale (-2,0% vs. apr‘21), dovuta al calo nei Paesi extra-Ue a fronte della stabilità in quelli Ue (-4,0% e 0,0% rispettivamente); rimane positivo invece il dato trimestrale (+6,1% mar-mag ‘21 vs. dic ’20-feb ’21). Anche in maggio il ritmo di crescita tendenziale è sostenuto (+41,9% mag’ 21 vs. mag ’20), sebbene decisamente inferiore rispetto a quello di aprile (+97,6% apr ‘21 vs. apr ‘20). Rispetto a maggio 2020, continua l’effetto base favorevole con una crescita diffusa ai principali mercati e settori, esclusa la farmaceutica.
Tra gennaio e maggio 2021 si osserva un’ampia crescita per l’export italiano di beni (+23,9% vs. gen-mag ’20). Nei primi cinque mesi dell’anno i Paesi Ue continuano a registrare una crescita sostenuta (+25,4%). La performance è molto positiva per Polonia (+39,0%), Paesi Bassi (+34,2%) e Spagna (+28,8%); minore la crescita verso il Belgio (+16,5%), che nello stesso periodo lo scorso anno si era mantenuto positivo.
Buona dinamica anche nei Paesi extra-Ue (+22,3%), grazie alla crescita marcata di partner quali Cina (+55,3%), Mercosur (+42,2%) e India (+35,3%). In miglioramento, ma ancora sotto la media, la performance di Giappone (+15,1%), Stati Uniti (+11,2%) e Regno Unito (+9,8%)
Tra gennaio e maggio del 2021 si evidenziano performance favorevoli per l’export di autoveicoli verso Cina, Francia, e Regno Unito (nell’ordine +167,4%, +75,3% e +53,4%). Marcata la crescita anche per il comparto dei mobili, che segna un +59,8% verso Parigi, +57,0% verso Pechino e +51,6% verso Londra (ben al di sopra della crescita dell’export complessivo verso tale mercato). In positivo verso le prime due geografie anche le vendite di articoli in pelle (+110,3% in Cina e +41,8% in Francia), a fronte di un calo importante di questi beni sul mercato inglese (-18,8%).
A livello di raggruppamenti principali di industrie, rimangono in forte crescita i beni strumentali (+32,2% rispetto a gen-mag’20), che beneficiano in larga misura del confronto con un anno di sostanziale blocco degli investimenti da parte delle imprese.
Anche i beni intermedi mostrano un aumento marcato (+24,2%) e sono anzi l’unico raggruppamento (al netto dell’energia) a crescere anche su base congiunturale (+1,1% rispetto ad aprile 2021).
Incremento a doppia cifra anche per i beni di consumo (+17,0%). La ripresa è tuttavia ancora contenuta per i beni non durevoli (+10,8%) – dove il comparto della farmaceutica risulta ancora in calo – a fronte della forte performance dei beni durevoli (+56,1%).
I mezzi di trasporto registrano un’ampia e diffusa crescita, soprattutto in Paesi Ue quali Spagna (+55,8%) e Germania (+43,7%), dove a trainare è la componente dell’automotive.
Marcato anche l’incremento dei metalli e prodotti in metallo determinato da una significativa ripresa della domanda all’interno del Mercato Unico (+47,9%), specie in Germania (+55,9%), a fronte di una crescita più contenuta verso i Paesi extra-Ue (+10,0%).
Ancora relativamente contenuto l’aumento per alimentari e bevande, che sono rimasti in positivo nel 2020 e non beneficiano quindi di un effetto base favorevole. Buona soprattutto la dinamica verso gli Stati Uniti (+14,2%).
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