Dopo il porto di Ningbo, il Covid blocca l’area cargo dell’aeroporto di Pudong-Shanghai
Le operazioni nell’area cargo dell’aeroporto di Pudong-Shanghai sono state sospese dopo che nei giorni scorsi si era verificato lo scoppio di un focolaio di casi – in totale cinque – di Covid-19. Anche se la società di gestione dello scalo non ha rilasciato indicazioni ufficiali, il Global Times, testata cinese in lingua inglese edita sotto […]
Le operazioni nell’area cargo dell’aeroporto di Pudong-Shanghai sono state sospese dopo che nei giorni scorsi si era verificato lo scoppio di un focolaio di casi – in totale cinque – di Covid-19.
Anche se la società di gestione dello scalo non ha rilasciato indicazioni ufficiali, il Global Times, testata cinese in lingua inglese edita sotto l’egida del locale Partito Comunista, che precisamente ha parlato di una chiusura che ha luogo da venerdì mattina e della sospensione di tutti i voli merci.
Conferme indirette di quanto stia avvenendo nell’aeroporto arrivano da diversi operatori attivi nello scalo. Tra queste Jas Italy, che si è rivolta alla clientela evidenziando che le compagnie che solitamente raggiungono Pudong hanno dichiarato una ‘no landing zone’ di due settimane, invitando quindi a prepararsi a forti ritardi nelle spedizioni in eastbound e westbound nonché a pesanti rincari dei noli.
Secondo Freight Waves, anche Seko Logistics ha parlato di uno stop a tutti i voli cargo fino a nuovo ordine. La testata riferisce inoltre che Qatar Airways e Polar Air Cargo starebbero dirottando i loro voli merci sugli aeroporti di Guangzhou, Zhengzhou e Shenzhen, mentre altri vettori li avrebbero cancellati (tra questi Etihad) e altri ancora li avrebbero spostati su Hong Kong. Tra le alternative considerate dagli operatori ci sarebbe anche l’opzione mare più aereo, con momenti di transhipment intermodale che potrebbero avere luogo in Corea del Sud, a Singapore o Dubai.
Anche se ancora non è prevedibile la durata del ‘blocco di Pudong’, quel che invece si può immaginare è che la sospensione di uno dei maggiori aeroporti cinesi non farà che incrementare i costi già astronomici delle spedizioni aeree dalla Cina. Il tutto in un momento in cui l’inaffidabilità dei collegamenti via mare ha già spinto tanti caricatori e spedizionieri a preferire l’aria all’acqua come via di trasporto (con effetti anche sui noli dei charter aerei). Un pesante contributo in questo senso è arrivato anche dal recente blocco (sempre per lo scoppiare di un focolaio di Covid) del terminal container Meishan nel porto di Ningbo, che tuttavia dovrebbe riaprire i battenti il 25 agosto per poi riprendere appieno le attività il 1 settembre.
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