Anche Assomela preoccupata per gli aumenti di costo dei trasporti via mare
I problemi delle supply chain globali, insieme alle difficoltà di reperire diversi materiali, rischiano di complicare la stagione 2021 delle mele italiane, che dal punto di vista della produzione si presenta invece buona. Lo evidenzia Assomela, associazione dei produttori di mele italiani che stima di rappresentare l’80% della produzione melicola nazionale e il 20% di […]
I problemi delle supply chain globali, insieme alle difficoltà di reperire diversi materiali, rischiano di complicare la stagione 2021 delle mele italiane, che dal punto di vista della produzione si presenta invece buona.
Lo evidenzia Assomela, associazione dei produttori di mele italiani che stima di rappresentare l’80% della produzione melicola nazionale e il 20% di quella europea.
L’Italia prevede infatti di raccogliere 2.045.000 tonnellate di frutti, con una riduzione del 4% sull’anno precedente ma con una quota di mele da tavola (non destinate cioè alla trasformazione) praticamente uguale a quella del 2020, mentre il Vecchio Continente nel suo complesso stima una produzione di 11.735.000 tonnellate. (+ 10% sul 2020 e 2019, anche in questo caso con una maggior parte di frutta destinata però a realizzare derivati).
“L’aumento della circolazione di merci acquistate via internet rende più difficile reperire mezzi di trasporto per movimentare l’ortofrutta in Europa” afferma però l’associazione in una nota in cui attribuisce le difficoltà dei trasporti via mare ai problemi di reperibilità di container. In particolare per Assomela i rincari ‘pesano’ in valore assoluto circa 0,06 €/Kg per i collegamenti oltremare e del 20% per i trasporti su gomma in Europa.
Per i produttori di mele, difficoltà che si sommano all’aumento dei costi delle materie prime, tra cui carta e cartone, “che porta il packaging a costare il 20% in più dell’epoca pre-covid”, per un totale di “8 Eurocent per kg di mele in più rispetto al recente passato”, a quelli di corrente elettrica (365%), petrolio (+ 248%) e il gas naturale (+ 545%), in parte calmierati, nonché di fertilizzanti e fitosanitari.
“In breve, la marginalità promessa dalla nuova stagione corre il serio rischio di essere erosa dalle dinamiche dei costi, fattori esogeni fuori dal controllo dei produttori e delle loro organizzazioni commerciali” afferma Assomela, auspicando “una equa distribuzione del valore lungo la filiera”.