La Germania al vertice della classifica logistica italiana
In attesa di vedere quanto e come la pandemia di Covid-19 avrà impattato sui conti del 2020, l’ultima edizione della classifica “I top 1.000 della logistica italiana” elaborata da Il Giornale della Logistica e riferita ai risultati d’esercizio del 2019 fotografa un comparto il cui volume d’affari è passato in dieci anni da 21,5 a […]
In attesa di vedere quanto e come la pandemia di Covid-19 avrà impattato sui conti del 2020, l’ultima edizione della classifica “I top 1.000 della logistica italiana” elaborata da Il Giornale della Logistica e riferita ai risultati d’esercizio del 2019 fotografa un comparto il cui volume d’affari è passato in dieci anni da 21,5 a 40,3 miliardi di euro. Rispetto al 2018 (38,2 miliardi) c’è stato un ulteriore balzo in avanti.
In un periodo durante il quale viene spesso richiamata da alcune associazioni di categoria (Confetra in primis) la necessità di un maggiore consolidamento e, soprattutto, della presenza di ‘campioni nazionali’ (italiani) della logistica in grado di intercettare e ‘dirottare’ importanti volumi di traffico, la classifica mostra in realtà ai primi posti alcuni soggetti controllati proprio da capitali nostrani.
È il caso di Savino Del Bene che rispetto all’anno precedente è scesa in seconda posizione con oltre 1,6 miliardi di euro di fatturato (era 1,55 nel 2018) e 27,8 milioni di utile (da 28,9) mentre alo primo posto è salito il colosso tedesco Dhl che, grazie alle sue varie attività, può vantare nel nostro paese 1,86 miliardi di ricavi e 39,9 milioni di profitto. In questa classifica balza agli occhi l’assenza di Grimaldi Group, azienda con sede a Napoli da circa 3 miliardi di fatturato e leader sia in Italia che a livello mondiale nella logistica marittima e terrestre soprattutto di carichi rotabili (prevalentemente auto nuove, camion e semirimorchi). C’è poi il caso particolare di Jas Worldwide, altra importante azienda di spedizioni controllata dall’italiano Biagio Bruno con un fatturato anch’essa da oltre 1,5 miliardi di euro ma che, avendo la propria holding ad Atlanta negli Stati Uniti, figura in questa classifica solo con il volume d’affari della società italiana (429 milioni di euro e 3,1 milioni di utile netto).
In graduatoria, alle spalle di Dhl e Savino Del Bene, appare Brt Spa, corriere espresso controllato per il 75% circa dal gruppo francese Geopost che genera annualmente un volume d’affari da 1,46 miliardi (n lieve crescita rispetto all’anno prima) e un risultato netto positivo per 25,7 milioni. Medaglia di legno per l’altro corriere Tnt Global Express (nel frattempo passata a Fedex) che nel 2019 ha fatto registrare un fatturato di 1,1 miliardi e un utile di 18,7 milioni. In quinta posizione, ma nettamente più staccata in termini economici, figura il gruppo altoatesino Fercam con 831 milioni di ricavi e 23 milioni di profitto, mentre per Ups Italia (sesta) il volume d’affari annuo è di 723 milioni (in netta crescita da 684 milioni) e l’ultimo rigo del bilancio è positivo per 23,6 milioni. La settima piazza di questa classifica della logistica italiana è occupata da un’altra filiale di un gruppo tedesco, Schenker Italiana, con 698 milioni di ricavi e 12,1 milioni di utile, meglio di Arcese Trasporti che mostra 670 milioni di fatturato e 9 milioni di risultato positivo. La ‘top 10’ si completa infine con Sda Express Courier (volume d’affari 667 milioni e 32 milioni di perdita) che risulta una delle poche aziende in perdita fra le prime cento della classifica, e Dsv (663 milioni di fatturato e 11,5 milioni di utile) che nelle graduatorie del 2020 e del 2021 guadagnerà posizioni grazie alle ultime importanti acquisizioni messe a segno.
Dalla 11ma alla 20 ma posizione si trovano: Kuehne Nagel (613 milioni di ricavi – 2,5 milioni di profitto), Havi Logistics (599 milioni – 2,4 milioni), Gls Italy (579 milioni – 65,2 milioni), Bcube (565 milioni – 5,6 milioni), Transmec Group (440 milioni – 11,5 milioni), Jas – Jet Air Service (429 milioni – 3,1 milioni), Rhenus Logistics (382 milioni – 3,1 milioni), Geodis (377 milioni – 3,6 milioni), Amazon Italia Logistica (da 265 a 365 milioni di fatturato – da 8,6 a 13,1 milioni di utile) e Gruber (357 milioni – 1,9 milioni). Da osservare con particolare attenzione la scalata del braccio logistico di Amazon che ogni anno guadagna posizioni e fra il 2018 e il 2019 è salito dalla 26ma alla 19ma piazza.
Nicola Capuzzo