Conftrasporto chiede la deroga sul greenpass per gli autisti (austriaci esclusi)
Trasporti, logistica e green pass: come devono regolarsi le imprese con gli autisti stranieri in Italia? Il tema è stato sollevato con vigore da Conftrasporto-Confcommercio che da giorni ha avviato al riguardo un confronto con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. L’aggiornamento del Protocollo covid (allegato 14) approntato in questi giorni dal ministero […]
Trasporti, logistica e green pass: come devono regolarsi le imprese con gli autisti stranieri in Italia? Il tema è stato sollevato con vigore da Conftrasporto-Confcommercio che da giorni ha avviato al riguardo un confronto con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
L’aggiornamento del Protocollo covid (allegato 14) approntato in questi giorni dal ministero ha incassato il favore dell’associazione, che pure ha rilevato alcune criticità sulla concreta estensione, dal 15 ottobre, del greenpass ai lavoratori della logistica e dell’autotrasporto, in particolare a quelli stranieri, componente numericamente rilevante e in molti casi preponderante (specie nell’autotrasporto).
Ecco le criticità in tre punti e le ipotesi di soluzione di Conftrasporto:
- riconoscere il greenpass per gli autisti stranieri che lavorano per le imprese italiane e che si sono vaccinati a casa loro (anche con vaccini oggi non riconosciuti in Italia).
- garantire che il greenpass venga effettivamente esteso agli autisti di imprese straniere che operano in Italia, evitando così di creare trattamenti differenziati con le imprese italiane;
- prevedere una qualche forma di deroga per gli autisti sprovvisti di greenpass al 15. Questa misura sarebbe coerente con quanto già fatto nei provvedimenti passati, che hanno riconosciuto una specificità all’autotrasporto poiché indispensabile a garantire l’approvvigionamento di prodotti fondamentali per i cittadini e la continuità delle attività economiche. La deroga potrebbe essere attuata prevedendo tutte le misure di tutela in termini di distanziamento e DPI necessarie e subordinandola al vincolo per l’autista di rimanere in cabina nelle fasi di interazione con altri lavoratori (in particolare nelle operazioni di carico/scarico).
In mancanza di deroghe, secondo Conftrasporto “l’attuale carenza di autisti (ne mancherebbero 20mila), l’alta percentuale di non vaccinati nel comparto (come confermerebbe una prima indagine qualitativa) e l’oggettiva impossibilità di procedere al tampone rispettando modalità e tempi dell’attività lavorativa, potrebbero produrre una tempesta perfetta sulle imprese di autotrasporto, che si troverebbero impossibilitate a garantire i servizi, con conseguenze su tutto il sistema italiano”.
Un’eccezione in tal senso (deroghe per autisti) andrebbe però fatta, secondo il presidente Paolo Uggè: “Dovremmo cominciare a bloccare gli autisti austriaci sprovvisti di greenpass”. Un auspicio formulato nel corso di una conferenza stampa di Unioncamere e Uniontrasporti, convocata per fare il punto sulle limitazioni al transito dei mezzi pesanti adottate dall’Austria, che hanno visto, a inizio 2021, un ulteriore inasprimento per l’introduzione del divieto notturno.
“Il tentativo dell’Austria di liberare il mercato dalle merci italiane è iniziato decenni fa, con il sistema degli eco-punti successivamente soppressi con gran disappunto dei tirolesi. Da allora l’Austria ha cominciato a pensare a come intervenire per rallentare di nuovo il sistema produttivo italiano. Ecco allora spuntare l’idea dei divieti, introdotti con il pretesto della salvaguardia ambientale. Al tempo del ‘just in time’, il Tirolo impone la lentezza alla nostra economia frenando i Tir del made in Italy. Dobbiamo arrivare velocemente a un’iniziativa forte e condivisa, che imprima una svolta, finalmente, a questa vicenda. Il Governo dovrebbe avere tutto l’interesse a sostenerci, ma se non lo farà saremo noi a prendere l’iniziativa andando a Bruxelles” ha concluso Uggè.