Lo sciopero generale del sindacato di base blocca la logistica
Anche logistica e porti, come molti altri settori, sono stati significativamente colpiti da sciopero generale indetto per oggi dalle sigle del sindacalismo di base per protestare contro le politiche del Governo (non solo in merito al tema green pass): secondo Usb – Unione Sindacale di Base, gli scioperanti sarebbero stati 1 milione a livello nazionale, […]
Anche logistica e porti, come molti altri settori, sono stati significativamente colpiti da sciopero generale indetto per oggi dalle sigle del sindacalismo di base per protestare contro le politiche del Governo (non solo in merito al tema green pass): secondo Usb – Unione Sindacale di Base, gli scioperanti sarebbero stati 1 milione a livello nazionale, con circa 100mila persone complessive in corteo.
Secondo notizie di agenzia sarebbero stati oltre mille i lavoratori aderenti al sindacato Si Cobas che hanno tenuto bloccato da questa mattina alle 11 il magazzino di Amazon a Castel San Giovanni (Piacenza). I manifestanti, che aderiscono allo sciopero nazionale della logistica e dei trasporti, hanno impedito l’accesso ai mezzi in entrata e in uscita dall’hub. Analoghe proteste in diversi altri centri logistici italiani.
Nei maggiori scali marittimi del paese, da Trieste a Genova, da Livorno a Napoli ci sono stati blocchi dei varchi e cortei che hanno impattato significativamente sull’operatività delle banchine. Fra le proteste più riuscite quella coordinata dal Clpt – Comitato lavoratori Portuali di Trieste, che ha ribadito l’intenzione di bloccare lo scalo il prossimo 15 ottobre se non ci saranno ripensamenti sulle previste modalità di entrata in vigore delle norme sul green pass.
Traffico in tilt a Livorno, Napoli (dove è stata bloccata a lungo una rampa di accesso autostradale in zona porto) e Genova, dove ai presidi e alle manifestazioni del sindacato di base, concentratisi sui varchi e le vie di accesso al porto storico, si è aggiunta la prima giornata della protesta indetta dalla Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) del terminal Psa di Genova Pra’, il maggior terminal container del nord Italia.
Qui la situazione ha portato ad una ridottissima operatività nello smistamento dei camion e alla richiesta da parte di Assagenti, Trasportounito e Spediporto a Prefettura, Autorità di Sistema Portuale e Regione di convocare una riunione per tentare il raffreddamento di una vertenza, che, aggiuntasi alla pregressa difficoltà di congestione dello scalo con la previsione di altri sei giorni di agitazione, rischia di impattare sensibilmente sull’attività di Psa Pra’. La richiesta non è stata per il momento raccolta, l’azienda starebbe trattando con la Rsu, ma appare improbabile una sospensione dello sciopero prima di dopodomani.
In parallelo Spediporto si è rivolta alla Adsp genovese, proponendo la “disponibilità della categoria a garantire l’operatività dei varchi già dalle 05.00 am (oggi 06.00 am) al fine di favorire un arrivo ed un ingresso anticipato dei colleghi di autotrasporto presso i terminals portuali; l’aumento del cosiddetto ‘periodo di free time’ per i contenitori, ciò al fine di favorire, con un arrivo scaglionato su più giorni della settimana, un minor accesso di automezzi ai varchi portuali”.
A.M.
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