Logistica e imprese: se la sostenibilità mette a rischio la business continuity
Rimini – “Quando si parla di logistica delle merci la ricerca di sostenibilità da parte delle imprese va a cozzare con la garanzia di business continuity perché a rischio possono esserci la fluidità e la regolarità dei trasporti”. L’allarme è stato lanciato, in una delle sessioni del Richmond Logistics Forum 2021, da Alessandro Peron, segretario […]
Rimini – “Quando si parla di logistica delle merci la ricerca di sostenibilità da parte delle imprese va a cozzare con la garanzia di business continuity perché a rischio possono esserci la fluidità e la regolarità dei trasporti”. L’allarme è stato lanciato, in una delle sessioni del Richmond Logistics Forum 2021, da Alessandro Peron, segretario generale della Federazione Italiana Auotrasportatori Professionali (Fiap). “Chi saprà governare e scegliere la propria catena logistica – ha aggiunto – avrà in futuro un significativo vantaggio competitivo rispetto a chi invece non lo fa”.
Due quindi i messaggi lanciati: il primo è quello di non sottovalutare, quando si parla di sostenibilità, la composizione del tessuto imprenditoriale dei trasporti su gomma (in larghissima parte dominato da aziende piccole o micro); l’altro un invito alle aziende a scegliere con attenzione e cognizione il partner logistico. Per agevolarle in questo compito il segretario di Fiap ha presentato il Transport Compliance Rating, un osservatorio degli operatori del trasporto merci costituito e ‘partecipato’ dai committenti dei servizi di logistica.
Peron, dopo aver mostrato numeri alla mano (proiettando le statistiche ufficiali dell’Abo dell’autotrasporto) come il numero e la dimensione media delle società di autotrasporto e delle relative flotte di mezzi mal si concilino con un salto di qualità delle strategie di sviluppo orientate alla sostenibilità, ha ricordato come “prima ancora della sostenibilità ambientale debba venire quella sociale. Altrimenti il rischio è che fra un po’ non solo non si troveranno più autisti di camion (ne mancano 400mila a livello europeo) ma anche facchini per i magazzini”. Il riferimento era in primis alle minime condizioni di assistenza e lavoro nei piazzali delle aziende e nei centri logistici (a partire banalmente da bagni messi a disposizione degli autisti).
Nel medio-lungo termine per le imprese committenti i rischi e le possibili ripercussioni sul trasporto merci sono le seguenti: “Concorrenza sleale, minore remunerazione, incapacità di mantenere o attrarre i clienti, dumping sociale, peggiore reputazione e rischio di sopravvivenza per le aziende di trasporto regolari”.
A proposito degli ultimi trend di mercato, infine, la fotografia del comparto scattata dal segretario di Fiap rappresenta un “aumento dei servizi di trasporto di ultimo miglio grazie alla crescita costante dell’e-commerce, un aumento dei costi di carburante, veicoli, manutenzione e personale, la ormai ben nota mancanza di autisti, problemi legati al Green pass per gli autisti stranieri, infrastrutture inadeguate all’utilizzo efficace dell’intermodalità e l’aumento delle tariffe di trasporto e dei noli per le spedizioni marittime”.
Nicola Capuzzo
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