Gli industriali protestano per gli extra costi imposti ai trasporti eccezionali
Diverse ‘territoriali’ di Confindustria hanno espresso “sconcerto e disapprovazione in merito alla modifica della disciplina del codice della strada relativa ai trasporti eccezionali approvata nell’ambito del Dl infrastrutture. L’introduzione dei nuovi limiti ai carichi – dicono gli industriali – costringeranno le imprese a dover utilizzare 2 o 3 mezzi di trasporto diversi laddove prima ne […]
Diverse ‘territoriali’ di Confindustria hanno espresso “sconcerto e disapprovazione in merito alla modifica della disciplina del codice della strada relativa ai trasporti eccezionali approvata nell’ambito del Dl infrastrutture. L’introduzione dei nuovi limiti ai carichi – dicono gli industriali – costringeranno le imprese a dover utilizzare 2 o 3 mezzi di trasporto diversi laddove prima ne serviva solo uno, con conseguente aggravio di costi, perdite occupazionali e, in alcuni casi, a possibili crisi d’impresa”.
Gli industriali aggiungono: “Non si può ignorare che tale aggravio a carico delle imprese si va a sommare ai rincari dei prezzi delle materie prime che in questo periodo si sta trasferendo sui costi di produzione, e agli aumenti speculativi del costo dell’energia: tutti shock dei quali in Lombardia stiamo già vedendo gli effetti sulla ripresa economica in atto”.
Confindustria invita quindi il Governo e il Parlamento “alla coerenza, ritirando la modifica della norma sui trasporti eccezionali, a sostegno delle imprese e dei territori ma soprattutto a vantaggio della ripresa italiana”.
Il Decreto Legge 121/2021 (ribattezzato Decreto Infrastrutture) appena approvato introduce infatti alcune modifiche al Codice della Strada che interessano direttamente anche l’autotrasporto. L’articolo (il n.10) che regola i trasporti eccezionali riduce la massa complessiva di quelli di elementi divisibili caricati su autoarticolati o autotreni.
Come ricordato dal giornale online TrasportoEuropa finora in questi casi è possibile trasportare fino a sei unità di “blocchi di pietra naturale, di elementi prefabbricati compositi e apparecchiature industriali complesse per l’edilizia nonché di prodotti siderurgici coil e laminati grezzi” con i seguenti limiti di massa complessiva: 38 tonnellate per i veicoli isolati a tre assi, 48 tonnellate per quelli a quattro assi, 86 tonnellate per i complessi di veicoli a sei assi e 108 tonnellate per i complessi a otto assi.
Il Decreto Infrastrutture cambia i limiti per i complessi veicolari (autoarticolati o autotreni). Quindi rimangono le 38 tonnellate per gli isolati a tre assi e le 48 tonnellate per gli isolati a quattro assi, s’introduce il limite di 72 tonnellate per i complessi veicolari a cinque assi e si riduce a 86 tonnellate il limite per i complessi a sei o più assi, eliminando così la possibilità delle 108 tonnellate. Questi limiti si possono superare solo per trasporti di un unico pezzo indivisibile. Per il trasporto eccezionale di più elementi resteranno in vigore le regole attuali, che richiedono l’autorizzazione dell’ente proprietario delle strade attraversate dal trasporto previo pagamento di un importo forfettario.
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