Verso la contrazione la reddittività degli operatori logistici nel 2021
Milano – Dopo un andamento nel 2020 favorevole, e in controtendenza con gli anni precedenti, nel 2021 il settore della logistica – il cui fatturato dovrebbe attestarsi a fine anno sugli 86 miliardi di euro – si sta trovando a fare i conti con costi dei fattori di produzione schizzati verso l’alto. Una tendenza che […]
Milano – Dopo un andamento nel 2020 favorevole, e in controtendenza con gli anni precedenti, nel 2021 il settore della logistica – il cui fatturato dovrebbe attestarsi a fine anno sugli 86 miliardi di euro – si sta trovando a fare i conti con costi dei fattori di produzione schizzati verso l’alto.
Una tendenza che non pare destinata ad arrestarsi, e che porterà la redditività degli operatori (perlomeno dei ‘top player’, misurata come rapporto tra Ebitda e fatturato) quest’anno a contrarsi rispetto al 5% segnato nel 2020.
Il tema è stato approfondito nel corso della presentazione della ricerca 2020 dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano dal direttore Damiano Frosi.
Nel corso del suo intervento Frosi ha evidenziato come tutti i fattori considerati abbiano vissuto notevoli incrementi a eccezione del costo del denaro che, seguendo un andamento calante in corso dal 2014, ha vissuto un ulteriore decremento dell’1,1%.
Fatto 100 il valore registrato nel 2009, anno base di riferimento, secondo l’analisi si stagliano invece ora su un ‘punteggio’ di 130 o anche superiore i costi di carburante, energia elettrica, della manodopera fornita dalle cooperative e di quella dipendente. Se la tendenza alla crescita del costo del lavoro va considerata comunque un segnale positivo (entrambi i due parametri considerati salgono dell’1,5% nell’anno in corso, in linea con il 2020, un effetto degli adeguamenti previsti dal Ccnl Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni), per gli altri però non si può dire lo stesso.
In particolare secondo lo studio registrano un aumento del 24,3% il costo dell’energia elettrica e del 13% quello del carburante, due fattori che invece nel 2020 avevano vissuto decrementi rispettivamente del 9,5% e dell’11%.
Un discorso a parte è quello relativo all’andamento dei canoni degli spazi logistici, pure cresciuti tra 2020 e 2021 del 2%, seguendo una tendenza “incessante” in atto dal 2014, che in particolare in questo ultimo anno sono aumentati per via dell’evoluzione in atto nel settore con una domanda che tende a superare l’offerta.
Come illustrato da Tiziano Boscarato, senior of Logistics Department di World Capital, l’immobiliare logistico sta vivendo una crescita trainata dall’e-commerce, e in particolare dallo sviluppo del commercio elettronico per la Gdo e per il settore farmaceutico.
Questo andamento si è tradotto in un aumento dei canoni di locazione che è stato in media del 2,1% nelle regioni del Nord, dell’1,2% al Centro e dell’1,4% per Sud e isole. A fine anno la previsione della società di analisi è di un assorbimento (ovvero la sigla di contratti) per 1,84 milioni di metri quadrati di superficie. Interessante evidenziare come Milano, con un canone medio/mq/anno di 61 euro, si collochi al di sotto Londra (183), Berlino (80) e Parigi (70), ma superi tutte e tre queste piazze per livello dei rendimenti netti (pari al 5%, contro il 4,25% di Parigi, il 3,75% di Londra e il 3,5% di Berlino).
Tornando all’andamento dei costi dei fattori produttivi della logistica, l’analisi dell’Osservatorio ha poi puntato uno sguardo in particolare al costo del trasporto in “forte aumento dalla seconda metà dell’anno non solo per l’incremento dei carburanti ma per lo shortage di capacità dell’offerta”, generata da congestioni e carenza di autisti.
Come detto sopra, la conseguenza prevedibile – ha concluso Frosi – sarà una riduzione dei margini degli operatori, che a loro volta tenderanno a rifarsi sulla committenza con conseguenti aumenti dei prezzi al consumo e infine crescita dell’inflazione.
F.M.
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