Amazon multata dall’Antitrust italiano per oltre 1 miliardo di euro per la sua logistica
A due anni dall’avvio, e dopo cinque proroghe dei termini, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiuso la sua indagine su Amazon accertando come l’azienda abbia effettivamente utilizzato la posizione di “assoluta dominanza” del proprio marketplace per favorire il suo servizio di logistica (chiamato Fba, Fulfillment By Amazon). L’authority italiana ha pertanto inflitto […]
A due anni dall’avvio, e dopo cinque proroghe dei termini, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiuso la sua indagine su Amazon accertando come l’azienda abbia effettivamente utilizzato la posizione di “assoluta dominanza” del proprio marketplace per favorire il suo servizio di logistica (chiamato Fba, Fulfillment By Amazon).
L’authority italiana ha pertanto inflitto una sanzione di circa 1,128 miliardi di euro alle società coinvolte, ovvero Amazon Europe Core Sarl, Amazon Services Europe Sarl, Amazon EU Sarl, Amazon Italia Services Srl e Amazon Italia Logistica Srl.
Il comportamento di Amazon, secondo l’antitrust italiano, ha danneggiato sia gli operatori concorrenti di logistica per e-commerce (“impedendo loro di proporsi ai venditori online come fornitori di servizi di qualità paragonabile”), sia i marketplace concorrenti. Questo perché i venditori che si affidano all’azienda di Seattle sono “scoraggiati dall’offrire i propri prodotti su altre piattaforme online, perlomeno con la stessa ampiezza di gamma”, per evitare una duplicazione dei costi di magazzino.
In particolare le verifiche hanno accertato che le società che utilizzano il servizio Fba hanno accesso a “un insieme di vantaggi essenziali per ottenere visibilità e migliori prospettive di vendite su Amazon.it”. Tra questi, l’etichetta Prime “che consente di vendere con più facilità ai consumatori più fedeli e alto-spendenti” così come di partecipare a eventi come “Black Friday, Cyber Monday, Prime Day”, aumentando la probabilità che la proposta del venditore “sia selezionata come Offerta in Vetrina e visualizzata nella cosiddetta Buy Box”. In questo modo Amazon ha “impedito ai venditori terzi di associare l’etichetta Prime alle offerte non gestite con Fba”.
Secondo l’Agcm queste funzionalità sono “cruciali per il successo dei venditori e per l’aumento delle loro vendite”. Ai venditori terzi che utilizzano Fulfillment By Amazon non viene inoltre “applicato lo stringente sistema di misurazione delle performance cui Amazon sottopone i venditori non-FBA e il cui mancato superamento può portare anche alla sospensione dell’account del venditore”.
L’authority ha poi spiegato di ritenere tale strategia “particolarmente grave” e di avere calcolato l’importo della multa anche “in considerazione della sua durata, degli effetti già prodotti e delle dimensioni del gruppo”.
Oltre alla sanzione, l’Agcm ha anche imposto al gruppo alcune “misure comportamentali”, che saranno sottoposte al vaglio di un monitoring trustee. Nel dettaglio Amazon dovrà “concedere ogni privilegio di vendita e di visibilità sulla propria piattaforma a tutti i venditori terzi che sappiano rispettare standard equi e non discriminatori di evasione dei propri ordini”, in linea con il livello di servizio che Amazon intende garantire ai consumatori Prime. Amazon, si legge, dovrà inoltre “definire e pubblicare tali standard” e, “a far data da un anno dall’assunzione della decisione, astenersi dal negoziare con i vettori e/o con gli operatori di logistica concorrenti – per conto dei venditori – tariffe e altre condizioni contrattuali applicate per la logistica dei loro ordini su Amazon.it, al di fuori di Fba”.
Le pratiche ora sanzionate dall’Agcm sono anche al centro di un’indagine, tuttora in corso, dell’organismo Antitrust europeo. Secondo alcuni rumours emersi nelle scorse settimane, Amazon sarebbe da qualche tempo alla ricerca di un accordo transattivo con la stessa authority, nel tentativo di sfuggire a una sanzione il cui importo, secondo la normativa comunitaria, potrebbe raggiungere anche il 10% del fatturato della società interessata. Probabile che il pronunciamento di oggi dell’Agcm possa dare un’ulteriore spinta alla volontà del gruppo statunitense di chiudere con una transazione la partita con la Commissione Europea.
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