La produzione di Falco salvata da Sapir nel porto di Ravenna
Nel porto di Ravenna l’impresa terminalistica Sapir si è particolarmente prodigata per esaudire una richiesta di sbarco particolarmente importante e urgente da parte di un ricevitore lombardo che rischiava di vedere messa in crisi la propria linea di produzione. La vicenda è stata raccontata dalla stessa Sapir insieme alla società di spedizioni coinvolta, la Seaway […]
Nel porto di Ravenna l’impresa terminalistica Sapir si è particolarmente prodigata per esaudire una richiesta di sbarco particolarmente importante e urgente da parte di un ricevitore lombardo che rischiava di vedere messa in crisi la propria linea di produzione. La vicenda è stata raccontata dalla stessa Sapir insieme alla società di spedizioni coinvolta, la Seaway di Bernareggio (Monza Brianza), e la società Falco Spa di Miradolo Terme (Pavia). Quest’ultima è un’azienda attiva nel settore degli imballaggi meccanici e utilizza come materia prima la banda stagnata senza la quale avrebbe dovuto chiudere le linee di produzione con ingenti danni economici e pesanti ricadute sociali.
In una lettera del 2 dicembre scorso, controfirmata dai sindacati di categoria di Pavia, l’amministratore delegato di Falco, Paolo Domenico Ambrosetti, aveva scritto: “Noi produciamo barattoli per prodotti tecnici e alimentari; in questo momento di piena campagna alimentare dell’olio extra vergine, eccellenza italiana, stiamo letteralmente bloccando il confezionamento di centinaia di piccoli frantoi dalla Liguria alla Sicilia che nel periodo natalizio avevano la possibilità di vendere i propri prodotti. Gente che ha lavorato un anno e che ora rischia di perdere tutto. Questa situazione sta screditando 50 anni di attività”.
La situazione a cui viene fatto riferimento è quella per cui la nave sulla quale erano caricati i coil (la bulk carrier Hongli 8) era da 8 giorni in rada di fronte al porto di Ravenna in attesa di poter ormeggiare in banchina e sbarcare il carico. “Le banchine dei terminalisti sono piene e le maestranze sono chiamate al massimo impegno per assicurare la movimentazione delle merci in entrata e uscita nei tempi necessari ai ricevitori nel momento di maggiore domanda dei loro prodotti. Questa situazione di congestione è comune anche ad altri porti e riguarda soprattutto il transito in import dei prodotti siderurgici” ricorda la nota firmata anche dal presidente di Sapir, Riccardo Sabadini. Il boom della domanda di trasporto e di matrie prime crea anche situazioni di difficoltà nei porti mettendo a rischio forniture essenziali per l’attività delle imprese. La nave Hongli 8 era originariamente destinata a un altro terminal dello scalo romagnolo ma Sapir, anch’essa interessata da simili condizioni di congestione sia in banchina che nei suoi spazi coperti e scoperti adibiti allo stoccaggio delle merci, si è resa disponibile a far ormeggiare nelle proprie aree la bulk carrier per sbarcare le 3.828 tonnellate di coils che ora hanno iniziato a viaggiare su camion alla volta dello stabilimento di Falco a Miradolo Terme.
“Non è stata un’operazione semplice, che ha richiesto uno sforzo supplementare e la prestazione di lavoro straordinario da parte dei lavoratori di Sapir, che tutti noi vogliamo ringraziare per avere dimostrato uno spirito realmente solidale nei confronti di altri lavoratori di altre parti d’Italia” si legge nella nota firmata dal presidente di Seaway, Gian Pietro Alberti, e per Falco da Paolo Domenico Ambrosetti. “Più in generale ci piace sottolineare come, pur in una situazione di congestione peraltro comune ad altri porti, a Ravenna sia stato e sia possibile affrontare con spirito di collaborazione anche i problemi più complessi”.
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