L’elevata domanda di magazzini spinge l’immobiliare logistico anche verso il Sud Italia
Secondo i dati elaborati da Cbre Italy Research il volume degli investimenti nel commercial real estate in Italia nel 2021 si chiude a 10,3 miliardi di euro, in crescita del13% rispetto al 2020. L’ultimo trimestre dell’anno ha fatto registrare 4,6 miliardi di euro di investimenti e una crescita del 52% rispetto allo stesso trimestre dell’anno […]
Secondo i dati elaborati da Cbre Italy Research il volume degli investimenti nel commercial real estate in Italia nel 2021 si chiude a 10,3 miliardi di euro, in crescita del13% rispetto al 2020. L’ultimo trimestre dell’anno ha fatto registrare 4,6 miliardi di euro di investimenti e una crescita del 52% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. La riduzione delle misure restrittive nella seconda metà dell’anno ha favorito la ripresa degli investimenti, sebbene alcune operazioni abbiano subito ritardi sui tempi di chiusura previsti.
“La crescita dei volumi iniziata nell’ultima parte dell’anno costituisce un trend positivo, confermato dalla forte pipeline registrata in tutte le asset class, che fa pensare a una ulteriore accelerazione della ripresa nel primo trimestre del 2022” si legge in una nota dell’advisor immobiliare.
L’ultimo trimestre dell’anno ha confermato la distribuzione degli investimenti su tutte le asset class e il riallineamento alla media storica del dato sui flussi di capitali stranieri (che si assesta a oltre il 70% nel 2021), dopo il lieve calo del 2020: le politiche monetarie espansive della BCE hanno alimentato infatti la liquidità in tutti i mercati europei, ma i rendimenti immobiliari italiani, molto competitivi, hanno riportato l’attività degli investitori stranieri ai livelli precedenti alla pandemia. La crescita dell’economia italiana e la maggiore stabilità politica hanno inoltre contribuito a risollevare la fiducia degli investitori verso il Paese.
Record preannunciato e confermato per la Logistica, che chiude l’anno con circa 2,7 miliardi di euro investiti (+88% rispetto al 2020). La rapida compressione dei rendimenti e, nel caso di esposizioni con tenancy da stabilizzare, l’ottima performance del take up hanno anticipato gli orizzonti temporali di uscita di investimenti relativamente recenti, aumentando così i volumi del transato.
Il settore continua a sperimentare una forte diversificazione del prodotto, declinandone le diverse tipologie (big box, logistics park, last mile e lasttouch, light industrial, production-logistics etc.), oramai ben identificate e comprese dal mercato, in profili di rischio distinti. La diversificazione del prodotto è accompagnata dall’aumento della pletora di interlocutori che si affacciano sul mercato, soprattutto investitori istituzionali internazionali che puntano ad acquisizioni di portafogli con solidi fondamentali (più del 40% degli investimenti è stato realizzato da investitori non presenti nel mercato logistico italiano nel 2020).
La scarsità di terreni nei principali mercati sta portando investitori e sviluppatori a guardare a nuove location, incluso il Sud Italia, e ad approcciarsi a tagli minori, precedentemente non prese in considerazione.
La crescita dei volumi sarà di certo confermata anche nei primi trimestri del 2022 secondo Cbre.