Piccoli spedizionieri insoddisfatti da Maersk Spot: soluzioni “non vendibili” alla clientela
La ‘rivoluzione’ intrapresa da Maersk nei confronti della sua clientela di spedizionieri, che ha l’obiettivo di fissare contratti di lunga durata solo con gli operatori dai volumi più consistenti, spostando gli altri sul booking on line, sta ora disvelando i suoi effetti, il primo dei quali è la pesante insoddisfazione di questi ultimi. A raccogliere […]
La ‘rivoluzione’ intrapresa da Maersk nei confronti della sua clientela di spedizionieri, che ha l’obiettivo di fissare contratti di lunga durata solo con gli operatori dai volumi più consistenti, spostando gli altri sul booking on line, sta ora disvelando i suoi effetti, il primo dei quali è la pesante insoddisfazione di questi ultimi.
A raccogliere le relative lamentele è anche questa volta The Loadstar. Il quadro che emerge, tratteggiato alla testata britannica sulla base dei riscontri offerti da diversi operatori, è che questa soluzione – la prenotazione on line delle spedizioni effettuata sulla piattaforma Maersk Spot, quindi con noli spot – sia impraticabile e non possa essere realmente offerta ai caricatori.
“La quotazione spot ha una validità molto breve, può scadere nel corso di una stessa giornata se Maersk esaurisce lo spazio, e non vale sulla nave successiva” spiega uno di loro, che ha anche evidenziato come con la compagnia danese ora “puoi ottenere solo tariffe spot, il che significa che non puoi programmare una spedizione e noi piccoli operatori non riusciamo mai a trovare spazio”. La soluzione che a volte ha scelto di adottare, aggiunge, è quella di effettuare un’altra prenotazione, con un secondo operatore, su un diverso servizio e solo a quel punto verificare su Maersk Spot se la tariffa offerta può essere più conveniente.
Piuttosto esplicita la conclusione: “Maersk usa i piccoli spedizionieri solo per riempire i suoi spazi vuoti. Questo non permette alle società di sopravvivere, in questo contesto”.
Amara anche la valutazione di un secondo operatore: “Fortunatamente avevamo deciso di ridurre i nostri rapporti commerciali con Maersk” ma la verità è che “noi abbiamo bisogno di loro più di quanto loro abbiano bisogno di noi”.
La conseguenza naturale di questi cambiamenti introdotti dalla (da poco) seconda compagnia di trasporto container mondiale sarà una forte “discontinuità del mercato” e potrà anche portare a aggregazioni (fusioni o collaborazioni) tra piccoli operatori.
Secondo quanto emerso come indiscrezione negli ultimi mesi, Maersk avrebbe avviato una ristrutturazione della sua offerta che per il 2022 prevede sei diverse formule contrattuali, alcune delle quali disponibili solo su proposta diretta dei commerciali dell’azienda. In particolare avrebbe introdotto il minimo di 100 container a settimana come soglia per poter accedere alla sigla di un contratto di spedizione di lunga durata.