Estensione delle finestre di scarico: chi ne trarrebbe i maggiori vantaggi
Quello delle finestre di scarico – cioè delle fasce orarie in cui un centro di distribuzione può ricevere consegne – è un nodo critico della logistica per i vari attori coinvolti nei processi di distribuzione. Da tempo il settore discute degli eventuali benefici che conseguirebbero a una loro estensione, ma sono state le scelte emergenziali […]
Quello delle finestre di scarico – cioè delle fasce orarie in cui un centro di distribuzione può ricevere consegne – è un nodo critico della logistica per i vari attori coinvolti nei processi di distribuzione.
Da tempo il settore discute degli eventuali benefici che conseguirebbero a una loro estensione, ma sono state le scelte emergenziali adottate in tempo di Covid a mostrare nel concreto quali effetti positivi deriverebbero da un loro ‘allargamento’.
A fare luce su questo tema è stata recentemente una ricerca di Gs1 Italy, che ha analizzato la struttura dell’offerta attuale e tracciato l’identikit degli operatori che potrebbero trarre i maggiori vantaggi dall’ampliamento della fase di attività dei centri.
L’indagine, realizzata in ambito Ecr Italia e in collaborazione con la Liuc Università Cattaneo e il Politecnico di Milano nel 2021, ha evidenziato innanzitutto che la durata media di una finestra di scarico, tra le imprese interpellate, è di 7 ore ma anche che per la maggior parte dei CeDi (il 71%) queste hanno durata inferiore alle 6 ore. Solo il 21% dei centri è aperto dopo le 13, e questo sia per ragioni di semplicità organizzativa nell’operare su un solo turno sia per andare incontro ai trasportatori che tendono a iniziare il viaggio nelle prime ore del mattino. In particolare, il 60% dei centri opera su un turno solo e meno del 10% è aperto anche al sabato. La ricerca ha evidenziato inoltre che meno della metà delle strutture è dotata di un sistema di prenotazione, e che, per quelle che ne dispongono, l’85% delle prenotazioni si concentra al mattino.
In questo quadro, una estensione delle finestre di scarico, secondo la ricerca, porterebbe a diversi vantaggi sia per gli operatori Gdo sia per i loro fornitori. Per i primi, i benefici sarebbero in particolate la riduzione del traffico all’interno delle corsie del magazzino (con conseguente aumento della produttività oraria e della sicurezza), una migliore allocazione degli articoli (più posti di stoccaggio per la merce in uscita e riduzione del rischio di stoccare in aree non corrette) e un aumento del livello di servizio (dato che diminuirebbe il rischio di respingere consegne). Per i fornitori i vantaggi sarebbero tra gli altri la possibilità di avere una maggiore saturazione e rendimento dei mezzi così e di poter effettuare più giri di consegna con lo stesso automezzo, nonché un migliore bilanciamento delle attività di magazzino grazie alla diluizione del carico di lavoro durante la giornata. Inoltre si potrebbe avere una riduzione dei tempi di attesa e di scarico.
L’estensione delle finestre di scarico potrebbe però avvantaggiare in modo diverso operatori diversi. Secondo lo studio, a trarre i maggiori benefici sarebbero i centri situati in una zona ad altra concentrazione (di CeDi o di punti di carico/scarico) perché questo favorirebbe l’esercizio di consegne aggregabili (multi-drop). La vicinanza (50-100 km massimo) di un terminal intermodale permetterebbe inoltre di ricevere consegne inoltrate via treno più gomma, perché permettere di ampliare la ‘compatibilità’ del centro con gli orari dei treni; infine un CeDi ad alta saturazione trarrebbe infine secondo la ricerca maggior vantaggio dall’allargamento rispetto a un magazzino a bassa saturazione.
Guardando infine al fornitore, l’identikit di quello ideale prevede che questo sia un operatore che effettui trasporti con carico diretto e a basso tasso di complessità e che lo stesso ordine sia ‘semplice’ (ovvero con alti volumi e basso numero di referenze per consegna).