Contratti lunghi, fidelizzazione, condivisione: le ricette di Electrolux e Iper I contro la crisi dell’autotrasporto
Collaborazione tra attori della filiera come fattore chiave per gestire le difficoltà del trasporto merci, in particolare quelle dovute alla carenza di conducenti del trasporto su strada. La ‘ricetta’ è stata discussa, per una volta con l’aiuto di diversi esempi concreti, nel corso di un evento dal titolo “Trasporto su strada e rischi sistemici: quali […]
Collaborazione tra attori della filiera come fattore chiave per gestire le difficoltà del trasporto merci, in particolare quelle dovute alla carenza di conducenti del trasporto su strada.
La ‘ricetta’ è stata discussa, per una volta con l’aiuto di diversi esempi concreti, nel corso di un evento dal titolo “Trasporto su strada e rischi sistemici: quali direzioni di lavoro?” a cura dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano. Un primo momento di riflessione, hanno spiegato gli stessi organizzatori, su un tema sempre più centrale per il mondo della logistica anche per via della crisi energetica e del costo dei carburanti (ora per forza di cose ancora più in aumento), dopo la tranquillità di cui almeno sotto questo profilo il settore era riuscito a godere durante la prima ondata pandemica.
Diversi spunti interessanti sono venuti dall’intervento di Luca Raviglione, direttore Logistica Italia di Electrolux. Realtà del ‘bianco’ con 5 siti produttivi in Italia (e 12 all’estero), altrettanti magazzini di fabbrica più un uno di distribuzione e un altro ancora dedicato ai ricambi, l’azienda consegna 7 milioni di prodotti ogni anno (“equivalenti a circa 2 milioni e mezzo di metri cubi”), percorrendo su strada 20 milioni di km.
L’autotrasporto occupa quindi una buona parte dei pensieri del suo responsabile logistica, che ha illustrato le iniziative, di ampio respiro o più concrete, messe in atto per rendere efficiente la distribuzione e i rapporti con le controparti.
“Dialoghiamo con i nostri carrier e abbiamo avviato da alcuni anni con loro long term agreement, che in ambito internazionale non erano molto diffusi. Nei casi in cui le performance si sono dimostrate buone, abbiamo permesso ai nostri fornitori di scegliere i propri slot in modo da poter agevolare la loro stessa programmazione: questo ha portato a un miglioramento del livello di servizio e anche delle performance” ha spiegato Raviglione.
La fidelizzazione, ha aggiunto, non deve però riguardare solo i carrier ma anche i singoli autisti. Anche per questo l’azienda ha realizzato, in 4 dei suoi 5 magazzini italiani, degli spazi relax “che non sono solo una macchinetta del caffè e una panchina di plastica”, ma includono ad esempio servizi igienici dotati di docce. Altre misure puntuali per migliorare il comfort dei conducenti ma parimenti anche l’efficienza delle operazioni sono state, ha spiegato ancora il manager, “la dematerializzazione delle operazioni amministrative dei magazzini”, ora espletate tramite un totem che ‘parla’ diverse lingue e quindi facilita le attività anche degli autisti stranieri, e “l’utilizzo di rimorchi in grado di compiere in modo automatico l’operazione di fissaggio del carico”. Cosa che ‘sgrava’ gli stessi conducenti dallo svolgere queste attività ma che, ha evidenziato il direttore logistica di Electrolux, è resa possibile dal fatto che i prodotti dell’azienda siano voluminosi e con dimensioni simili.
La limitazione delle attività in carico al conducente, come altro elemento su cui puntare per rendere più attrattiva la professione, è stata trattata anche da Marco Melacini, direttore scientifico dell’Osservatorio, che ha introdotto il convegno e che in particolare ha citato il caso della Spagna come paese in cui questa perimetrazione è stata introdotta recentemente per legge, con una normativa che ha fissato anche parametri rispetto ai tempi massimi di attesa cui devono sottostare gli autisti nei piazzali.
Il tema della collaborazione tra attori è tornato anche nell’intervento di Giuseppe Femia, direttore logistica di Iper I, che ha evidenziato come gli ipermercati del gruppo si siano trovati lo scorso anno per la prima volta ad avvertire delle difficoltà dal fronte del trasporto stradale. Femia ha riconosciuto come spesso le aziende retail non condividano la pianificazione delle attività con i propri fornitori logistici, ‘spiazzandoli’ poi con il lancio di campagne promozionali o altre iniziative che alterano in modo importante i volumi di vendita, ma ha anche ammesso la necessità di un cambio di passo. Anche il direttore logistica di Iper I ha dedicato poi attenzione alla figura degli autisti, il cui comfort viene visto come elemento chiave della buona riuscita dei processi distributivi (e che rappresenta anche un fattore per trattenere gli addetti nella professione). In particolare, ha spiegato Femia, Iper I ha scelto di tenere aperte le piattaforme, attive comunque 24 ore al giorno, anche per i conducenti in modo che costoro possano usufruire dei relativi servizi.
Il punto di vista dell’autotrasporto è stato invece rappresentato dal direttore generale di Trasporti Romagna Roberto Alberti, secondo il quale il settore potrà fare un salto di qualità (e anche sconfiggere i problemi legati alla carenza di personale) se saprà adottare un “approccio industriale, che possa portare ad esempio a far lavorare coppie di autisti su turni successivi, ognuno di nove ore”, per allungare le fasce orarie di carico e consegna e decongestionare il traffico, e alla standardizzazione dei giri. Anche queste, ovviamente, misure che richiedono uno stretto coordinamento con gli altri attori della filiera.
Significativa infine la partecipazione al convegno di Anita e Assologistica, che recentemente hanno avviato un percorso di collaborazione che pure ha l’intento di fare sintesi limitando le inefficienze nel dialogo con le istituzioni che derivano dalla frammentazione della rappresentanza. Le associazioni di categoria “sono troppe” ha detto al riguardo senza mezzi termini il presidente della prima, Thomas Baumgartner, mentre il suo omologo Umberto Ruggerone ha anticipato che presto Assologistica annuncerà la sigla di intese simili anche con Fercargo e Assofer.
Diverso però il parere delle due associazioni sulle azioni da intraprendere per migliorare l’efficienza dell’autotrasporto italiano. Baumgartner ha parlato della necessità incrementare la remunerazione dei conducenti, dello snellimento delle procedure, della possibilità di aumentare i tempi di guida “perché oggi gli autisti stanno più fermi in attesa”, così come dell’opportunità che le aziende italiane si servano in misura maggiore delle rese franco destino per il loro export. Un auspicio giudicato però “velleitario” da Ruggerone (in considerazione delle dimensioni ridotte della maggior parte delle aziende della Penisola, non nelle condizioni “di poter organizzare da sole i propri trasporti”), secondo il quale l’obiettivo da perseguire deve essere lo sviluppo di un ecosistema logistico nazionale che possa supportare anche le realtà più piccole.
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