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Da Mediobanca numeri e trend sull’export e sulla produzione di calzature italiane
Un paio di scarpe su tre prodotte in UE e’ fatta in Italia L’Area Studi di Mediobanca ha realizzato un report sul comparto calzaturiero visto che l’Italia risulta essere il primo produttore europeo (con una quota del 32,2%) e 13esimo al mondo. Un paio di scarpe su tre prodotte in Unione Europa e’ fatta in […]
Un paio di scarpe su tre prodotte in UE e’ fatta in Italia
L’Area Studi di Mediobanca ha realizzato un report sul comparto calzaturiero visto che l’Italia risulta essere il primo produttore europeo (con una quota del 32,2%) e 13esimo al mondo. Un paio di scarpe su tre prodotte in Unione Europa e’ fatta in Italia. Il nostro Paese si posiziona sopra altri due grandi produttori europei, che sono la Spagna (con una quota del 17,7%) e il Portogallo (16,2%). La parte del leone nella produzione di scarpe nel mondo, pero’, e’ svolta dal continente asiatico, dove sono realizzate 9 paia di scarpe su 10 (87,6% del totale). Seguono, molto distanti, l’America Latina con il 4,6%, l’Europa con il 3,2%, l’Africa con il 3,1% e il Nord America con il restante 1,5%.
In particolare delle scarpe prodotte in Asia il 54% è realizzato in Cina, davanti ad altri tre Paesi asiatici: India (10,2%), Vietnam (6,4%) e Indonesia (5,1%). L’Italia, pero’, gioca un ruolo da pivot nelle scarpe di qualità, tanto è vero che il prezzo medio delle esportazioni italiane al paio è il piu’ elevato nel mondo e superiore di dodici volte a quello cinese. Pur essendo solamente l’ottavo Paese esportatore come volumi, l’Italia si piazza al terzo posto come valore.
Tuttavia, ha sottolineato Mediobanca, l’Italia potrebbe fare di piu’ sul marketing, dove non è troppo forte, riflettendo ancora la storia del 1953 del tacco a spillo, che sebbene fu inventato nel distretto italiano di Vigevano, fu poi attribuito allo stilista francese Roger Vivier, che lavorava presso la Maison Dior.
Numeri alla mano a livello mondiale, i maggiori esportatori a valore e prezzo medio delle esportazioni al paio sono la Cina (28% e un prezzo medio di 5 dollari), il Vietnam (18% e prezzo di 18 dollari) e l’Italia (8% e 60 dollari). Anche se negli ultimi anni l’Europa sta guadagnando posizioni, l’Asia rimane il primo esportatore di scarpe al mondo, controllando l’82% a volume e il 58% a valore. Il Vecchio Continente, invece, ha una quota del 15% a volume e del 40% a valore.
Il giro d’affari dell’industria calzaturiera mondiale, sempre secondo il report dell’Area Studi di Mediobanca, è quantificabile in 298 miliardi di euro in base ai prezzi al dettaglio nel 2020, con l’attesa di superare i 320 miliardi di euro nel 2022 (in ripresa del 7,5% sul 2020). La previsione di crescita nel più lungo periodo è dell’ordine del 4% medio annuo, per un valore atteso di circa 375 miliardi nel 2026. La fascia alta rappresenta circa il 10% del mercato mondiale.
Il prezzo medio di un paio di calzature a livello globale è valutabile in circa 15 dollari, per un consumo pro-capite annuo di 2,6 paia che restituisce una spesa individuale di circa 40 dollari. In Italia il prezzo medio di un paio di calzature è stimato in 42,6 euro, per un consumo pro-capite annuo di quattro paia e una spesa individuale di circa 170 euro. Ad ogni modo in Italia il prezzo medio unitario alla vendita è influenzato dal minor valore della componente import: è inferiore di circa l’8% sul prezzo al produttore e di circa il 20% su quello delle esportazioni. Del resto l’Italia ha una produzione interna incapiente rispetto ai consumi, fattore che giustifica la compresenza di importanti flussi sia importativi che esportativi (questi ultimi con i prezzi medi più elevati al mondo). Nel rapporto è indicato che la produzione mondiale di calzature ha chiuso il 2020 con una contrazione del 15,8%, per un totale di 20,5 miliardi di paia prodotte.