Occupazione nei trasporti tra ‘mismatch’ e necessità di una formazione diversa
Il tema dell’occupazione nel settore dei trasporti e della logistica insieme a quello, collegato, dell’offerta formativa è stato affrontato nel corso della fiera LETExpo – Logistics Eco Transport organizzata a Padova da Alis, che si sta svolgendo in questi giorni. Tra gli interventi dei diversi relatori chiamati a dire la loro in materia, alcune considerazioni […]
Il tema dell’occupazione nel settore dei trasporti e della logistica insieme a quello, collegato, dell’offerta formativa è stato affrontato nel corso della fiera LETExpo – Logistics Eco Transport organizzata a Padova da Alis, che si sta svolgendo in questi giorni.
Tra gli interventi dei diversi relatori chiamati a dire la loro in materia, alcune considerazioni sono tornate più volte: la presenza di un ‘mismatch’ tra domanda e offerta, il ruolo chiave degli Its nel colmare questo divario, la scarsa utilità di uno strumento come il reddito di cittadinanza che rischia di disincentivare dalla ricerca di una occupazione quei soggetti che invece potrebbero trovarla proprio nel settore.
Tiziana Nisini, Sottosegretario al Lavoro e Politiche Sociali, ha ricordato come la pandemia “evidenziato con una grossa carenza nel mondo del lavoro, che va ad una velocità sostenuta. Abbiamo una carenza delle competenze digitali di base, la metà della popolazione italiana ne è carente, per non parlare di quelle avanzate”. In questo panorama, gli Its “sono un esempio di sinergia tra le aziende in base alle richieste del mercato e alla specializzazione richiesta”. Secondo Nisini “non hanno mai avuto una considerazione particolare” ma “ora c’è una riforma per dargli un giusto riconoscimento e una qualità maggiore a medio termine, con un’attenzione particolare a quello che non è stato valorizzato abbastanza finora”.
D’accordo ovviamente Silvio Busico, Presidente Filiera ITS Mobilità Sostenibile, per il quale “Il sistema ITS rappresenta un tassello fondamentale del settore produttivo, un’eccellenza di alta tecnologia in Italia. Siamo operativi dal 2013 e ci inseriamo a metà del percorso che porta al diploma di secondo grado e successivamente alla laurea triennale. La nostra è una formazione di quinto livello, con delle aree tecnologiche della filiera della mobilità sostenibile, suddivisi in 20 ITS su scala nazionale”. Busico ha anche ringraziato il cluster Alis che “ci garantisce degli indicatori di occupabilità con percentuali alte, infatti l’83% dei nostri ragazzi ha trovato un segmento lavorativo entro i 12 mesi dal diploma” e valutato positivamente le politiche attive “laddove le regioni forniscano degli indicatori di efficacia e risultato. Basterebbe applicare quanto l’Unione Europea ci chiede per cancellare tanti enti che non funzionano”.
Da parte sua Antonio Garofalo, Prorettore Università Napoli Parthenope, ha puntato l’attenzione proprio sul “forte mismatch, una sorta di polarizzazione, di richiesta di figure qualificate, ma non sempre le figure professionali disponibili sono all’altezza”, evidenziando come la soluzione potrebbe ritrovarsi in “percorsi formativi innovativi che diano una formazione solida che si abbini a un approccio pratico”. Garofalo ha poi ricordato come ci sia un problema che riguarda i lavoratori già oggi impiegati, per i quali “si deve immaginare un percorso di formazione” dedicato. Il prorettore di Università Napoli Parthenope ha poi concordato sul fatto che il reddito di cittadinanza, in un paese in cui è molto presente il lavoro sommerso “crea delle distorsioni e rischia di allontanare una quota di giovani dal lavoro, quantomeno da quello regolare”.
In rappresentanza delle aziende è intervenuto tra gli altri Francesco Casilli, Ad di Casilli Enterprise, per il quale un’azienda sostenibile “deve essere professionalizzata”. La formazione, ha evidenziato, “deve accompagnare l’attività lavorativa, avviando partnership con le università, in quanto cambiano i temi e con esse le necessità del momento”. L’imprenditore ha poi citato un caso virtuoso di collaborazione pubblico-privato avviato dall’azienda a Nola, “dove abbiamo coinvolto le autoscuole richiamando delle persone che ricercavano il reddito di cittadinanza: con una somma di 17 mila abbiamo quindi formato nove persone da inserire immediatamente nel mondo del lavoro. Chiediamo al governo di prendere spunto e fare questo piccolo ma importante sforzo”.
Il nodo del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è stato toccato anche da Roberto Pancaldi (vicepresidente di Adecco Training Italy): “Noi stiamo vedendo due aspetti che sembrano inconciliabili: la disoccupazione alta e la competenza. Si cercano persone, ma mancano competenze per assumerle. Il nostro gruppo ha il compito di risolvere questo mismatch”. Pancaldi ha anche evidenziato che spesso il nome della sua azienda venga associato a contratti in somministrazione, ma oggi “tantissime attività si occupano di assunzione a tempo indeterminato di persone. Questa è l’evoluzione del mercato, l’investimento sulle competenze è premiante”.
Il gap nell’offerta e domanda di lavoro è stato trattato anche da Claudio Carrano, Ad di Infogestweb Golia, che pure ha citato il ruolo chiave degli Its, con i quali “si collabora per la crescita e l’informazione dei giovani, due aspetti fondamentali nel settore del trasporto”. Una delle criticità “è l’età media, soprattutto quella dei conducenti professionali. I giovani sono una risorsa su cui investire con attività divulgative per spiegare loro cosa significa oggi il ruolo del trasportatore e dell’autista professionale”. Carrano ha infine parlato anche della sottorappresentazione delle donne nel settore: “Il mondo del lavoro va raccontato pensando anche alla figura femminile. Negli ultimi anni nei paesi scandinavi gli autisti sono per il 23% donne, quindi in altre realtà la figura della donna è promettente da questo punto di vista. Oggi la carriera di autotrasportatore non è affascinante. Bisogna pensare a una carriera che parta dalla cabina e che arrivi a ruoli manageriali. Tanti progetti sono stati realizzati al fine di formare nuovi autisti, ma i risultati sono miseri. Probabilmente quei soldi devono essere messi sul tavolo in modo diverso”.
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