“Dopo il decreto Energia importante adeguare i contratti scritti dell’autotrasporto”
Il Decreto Energia, pubblicato lo scorso 21 marzo ed entrato in vigore il giorno dopo, ha toccato ampiamente anche il settore dell’autotrasporto. Tra le novità introdotte c’è la clausola di adeguamento del gasolio, che il provvedimento ha fatto diventare uno degli “elementi essenziali” dei contratti in forma scritta che regolano i rapporti tra l’operatore e […]
Il Decreto Energia, pubblicato lo scorso 21 marzo ed entrato in vigore il giorno dopo, ha toccato ampiamente anche il settore dell’autotrasporto.
Tra le novità introdotte c’è la clausola di adeguamento del gasolio, che il provvedimento ha fatto diventare uno degli “elementi essenziali” dei contratti in forma scritta che regolano i rapporti tra l’operatore e i suoi committenti e che lo stesso decreto mira a incentivare. Andando a integrare quanto già stabilito in materia dal D. Lgs 286 del 2005, il decreto ha cioè stabilito che questi contratti, per essere ritenuti tali, devono prevedere la clausola di adeguamento del corrispettivo qualora il prezzo del carburante registri una variazione di almeno il 2% del valore preso a riferimento al momento della stipula del contratto o dell’ultimo adeguamento effettuato.
Secondo l’avvocato Davide Magnolia, dello studio Lca, “sarà dunque importante adeguare i contratti di trasporto in essere e tenere in considerazione tali modifiche legislative per quelli futuri”.
Il provvedimento tratta comunque anche i contratti in forma non scritta, stabilendo che per questi il corrispettivo verrà determinato in base ai valori indicativi dei costi di esercizio dell’impresa di autotrasporto pubblicati e aggiornati (con cadenza trimestrale, stabilisce ancora il decreto) dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
Come detto questa misura è una delle varie, a favore dell’autotrasporto, varate con il decreto. Altre di rilievo sono l’istituzione per il settore di un fondo del valore di 500 milioni e il rifinanziamento per il 2022 di marebonus e ferrobonus (per 38,5 milioni di euro aggiuntivi). Sono inoltre previsti ulteriori sostegni al settore con lo stanziamento di altri 15 milioni di euro per il 2022 al Comitato centrale per l’Albo degli autotrasportatori, l’esonero per l’anno in corso, per le imprese di trasporto conto terzi, dal versamento del contributo all’Autorità di regolazione dei trasporti, una misura per ottenere in tempi rapidi un anticipo del 50% delle compensazioni a cui l’impresa titolare di contratti pubblici ha diritto a causa dell’aumento del prezzo dei materiali, la possibilità di sospendere o prorogare i contratti di appalti pubblici per difficoltà di reperimento dei materiali e aumenti dei prezzi dei prodotti energetici, circostanza che verrà riconosciuta come “forza maggiore”.
Nei giorni scorsi inoltre alcune associazioni di categoria si sono pronunciate su un altro punto del decreto, ovvero la riduzione generalizzata delle accise ‘alla pompa’.
Una misura che ad esmepio Confartigianato Trasporti aveva giudicato ininfluente per il settore e in particolare per chi utilizza veicoli oltre le 7,5 tonnellate di categoria euro 5 ed euro 6, dato che l’autotrasporto già gode del rimborso accise di 21 centesimi per litro di gasolio. Proprio questi operatori – ha convenuto oggi all’unanimità il Tavolo Autotrasporto, che era stato convocato con urgenza dalla Vice ministra Teresa Bellanova – saranno i beneficiari del fondo da 500 milioni di euro, istituito con l’obiettivo di mitigare gli aumenti eccezionali dei costi del carburante e dare ossigeno alle imprese.
Secondo quanto riportato inoltre dalla stessa Bellanova, le associazioni hanno chiesto al Mims di elaborare, di concerto con il Mef, il relativo decreto entro 30 giorni affinché le risorse arrivino “tempestivamente alle imprese dell’autotrasporto”.