Uir: “Chiediamo di svecchiare la legge sugli interporti”
Padova – “Gli interporti italiani non chiedono soldi ma di svecchiare la legge 240/90 che li ha istituiti, di cui abbiamo festeggiato il trentennale due anni fa”. Lo ha evidenziato il presidente di Uir (Unione Interporti Riuniti) Matteo Gasparato al convegno Interporti al Centro, che si è svolto oggi a Padova (inaugurando anche il nuovissimo […]
Padova – “Gli interporti italiani non chiedono soldi ma di svecchiare la legge 240/90 che li ha istituiti, di cui abbiamo festeggiato il trentennale due anni fa”. Lo ha evidenziato il presidente di Uir (Unione Interporti Riuniti) Matteo Gasparato al convegno Interporti al Centro, che si è svolto oggi a Padova (inaugurando anche il nuovissimo centro congressi della città all’interno della Fiera).
Dopo avere ricordato il lavoro fatto nell’ultimo biennio (tra le altre cose, l’assistenza per il bando relativo al completamento della rete degli interporti, il coordinamento che ha permesso a cinque soci di partecipare congiuntamente a un bando comunitario del programma Cef e ottenere un finanziamento da 5 miliardi per la realizzazione di parcheggi sicuri per l’autotrasporto, la collaborazione con Italmercati e altro) e avere annunciato l’ingresso nella compagine associativa dell’interporto di Civitavecchia, Gasparato ha spiegato: “La legge 240/90 ci ha permesso di nascere e dare risposte al paese, ma deve essere un punto di ripartenza” . Secondo il presidente di Uir il testo necessita necessita di una revisione, anche “con una legge quadro”, che comprenda anche i suoi aspetti urbanistici o fiscali, in primis rispetto all”Imu, che è dovuta degli scali”.
Una proposta di revisione, ha ricordato, era già stata ideata dall’associazione sotto la presidenza di Alessandro Ricci, ma anche questa stessa bozza, che giace in Commissione, dovrà essere aggiornata.
La riforma potrà essere il punto di partenza di un percorso – da svolgere al fianco di autotrasporto, porti e ferrovie – per lo sviluppo del settore del trasporto merci al servizio delle aziende italiane che si proponga di raggiungere obiettivi quali: l’allungamemto del modulo a 750 metri, sia in linea che nei nodi, l’incremento di portata delle linee (allmeno le principali) a 2.000 tonnellate e con peso assiale di 22,5 tonnellate., l’adozione della sagoma P400 per il trasporto dei semirimorchi e la risoluzione dei colli di bottiglia principali, l’invetsimento in equipment per potenziare le capacità di handling, il rafforzamento delle relazione con i porti, il completamento dei corridoi doganali.
F.M.
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