Interporto Padova sul binario della crescita (+10,05%) con automazione e digitale (FOTO)
Padova – Automazione, digitalizzazione, internalizzazione delle attività sono tra i tratti distintivi del ‘modello Padova’ di gestione di un interporto. La filosofia che sta guidando la crescita dello scalo intermodale veneto – che ha chiuso il 2021 con numeri in forte aumento (non solo sul 2020 ma anche sul 2019) – è stata illustrata da […]
Padova – Automazione, digitalizzazione, internalizzazione delle attività sono tra i tratti distintivi del ‘modello Padova’ di gestione di un interporto.
La filosofia che sta guidando la crescita dello scalo intermodale veneto – che ha chiuso il 2021 con numeri in forte aumento (non solo sul 2020 ma anche sul 2019) – è stata illustrata da Roberto Tosetto, direttore generale della società, a latere della presentazione del nuovo fast corridor doganale attivato tra il centro intermodale e Genova Psa Pra’, che arriva dopo quello con La Spezia e ne precede un terzo, che verrà avviato con Trieste.
Nel dettaglio, la società durante lo scorso anno ha gestito traffici per 13,4 milioni di tonnellate (il 43% per ferrovia), movimentando 396.805 Teu (+10,05% sul 2020), grazie a 8.040 treni, che hanno connesso l’interporto con (in ordine di importanza) La Spezia, Genova, Melzo, Rivalta Scrivia, livorno, Colonia, Geleen, Trieste, Bari, Catania, Vado Ligure, Reggio Emilia.
Un record storico reso possibile proprio dagli interventi di infrastrutturazione, fisica e digitale, realizzati con l’obiettivo di fluidificare le operazioni riducendo i tempi di attesa dei mezzi in ingresso e in uscita dallo scalo, così come i tragitti percorsi dalla merce e dai sistemi di handling all’interno, permettendo quindi di ottenere un efficientamento operativo, economico ed energetico.
Elementi portanti di questo impianto – ha evidenziato Tosetto – sono, oltre all’operatività 24 ore su 24, la presenza di gate stradali automatizzati (posti in corrispondenza di pese, per ottimizzare anche questa operazione), che saranno seguiti da quelli ferroviari di prossima attivazione; le cinque gru elettriche a portale (che hanno sostituito quelle gommate), cui se ne aggiungerà una sesta entro il 2023; nonché il software gestionale proprietario, sviluppato internamente, che permette di coordinare le attività e di ripianificarle quando necessario. Altri elementi che caratterizzano l’inland terminal in chiave di sostenibilità, ricordati dal direttore generale di Interporto Padova Spa, sono poi la presenza di un distributore di Gnl, operativo già dal 2017, e la installazione, sui tetti dei magazzini, di impianti fotovoltaici che producono 12,3 Mw annui, circa il 20-30% in più del fabbisogno interno. Un intervento, quest’ultimo, facilitato da un’altra peculiarità dello scalo veneto, ovvero l’avere perseguito attivamente, anche attraverso investimenti e acquisizioni, il controllo diretto di gran parte delle strutture presenti al suo interno e delle società di servizi che vi operano. Cosa che, secondo il suo direttore generale, garantisce a Interporto Padova Spa la reddittività che difficilmente potrebbe ottenere dalla pura offerta di servizi intermodali.
F.M.
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