Affonda nel primo trimestre 2022 il mercato italiano delle auto (-24,4%)
Il mercato italiano delle auto ha subito nel primo trimestre dell’anno un crollo (-24,4%), che ha trascinato verso il basso le performance di tutto il continente europeo (Ue più Regno Unito e paesi dell’area Efta), il quale nel suo insieme ha chiuso con un calo del 10,6% (per circa 2.753.256 unità complessive). Una ‘perdita’ di […]
Il mercato italiano delle auto ha subito nel primo trimestre dell’anno un crollo (-24,4%), che ha trascinato verso il basso le performance di tutto il continente europeo (Ue più Regno Unito e paesi dell’area Efta), il quale nel suo insieme ha chiuso con un calo del 10,6% (per circa 2.753.256 unità complessive). Una ‘perdita’ di circa 330mila vetture, delle quali 110mila solo nella Penisola.
Lo dicono le analisi di Unrae, ovvero l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri.
Drammatico in particolare l’andamento di marzo, nel quale il declino si è aggravato portando le immatricolazioni europee di auto a 1.127.077 unità (-18,1% sullo stesso mese del 2021) e quelle italiane addirittura al -29,7% (superate in negativo solo da quelle spagnole, -30,2%).
Secondo l’associazione, in termini di volume totale di immatricolazioni l’Italia occupa il quarto posto fra i 5 maggiori mercati sia a marzo che nel trimestre. Ma nel terzo mese dell’anno è sceso all’ultimo posto nella penetrazione di veicoli elettrici e ibridi plug-in, con una quota dell’8,7%, molto lontana dai risultati di Germania (25,6%), Regno Unito (22,7%) e Francia (21,4%) e superata anche dalla Spagna (10,7%).
Rispetto alle cause di questa tendenza Unrae ha indicato alcune carenze del DPCM con il piano triennale degli incentivi, di cui ha comunque apprezzato l’emanazione, e in particolare:“Il mancato prolungamento da 180 a 300 giorni dei termini per l’immatricolazione delle auto incentivate; la riduzione del limite di prezzo per usufruire degli incentivi che colpisce proprio le auto elettriche; l’esclusione di aziende e società di noleggio dai beneficiari”.
Guardando al mercato dal punto di vista della produzione, S&P Global Mobility ha puntato il dito sul conflitto in Ucraina e sulle difficoltà delle supply chain come fattori che limiteranno l’output nel 2022 e nel 2023.
Al riguardo va sottolineato che gli analisti, dopo avere già aggiornato al ribasso le previsioni relative alla produzione globale lo scorso marzo, ad aprile hanno nuovamente tagliato le stime per il 2022.
Se il primo forecast “rifletteva l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina”, quest’ultimo – spiegano gli analisti – tiene conto di ulteriori difficoltà che sono sorte nel frattempo, ovvero “la ripresa piuttosto lenta delle forniture di semiconduttori, l’impatto di ulteriori lockdown in Cina e l’influenza a lungo termine di prezzi elevati delle materie prime”, che renderanno meno abbordabili i nuovi veicoli.
Nel dettaglio, le nuove stime parlano di 80.624.933 veicoli leggeri prodotti complessivamente a livello globale (930.442 in meno rispetto alla previsione precedente, ovvero -1,1%). La riduzione più pesante sarà quella avvertita in Europa, dove la stima per il 2022 è di 16.492.975 veicoli, ovvero 498.195 in meno rispetto a quelli della previsione di marzo (-2,9%), a causa dell’impatto della guerra e delle criticità nelle catene di approvvigionamento.