Amazon inaugura il magazzino di Alessandria ma a livello globale è in overcapacity
È entrato in funzione ieri il nuovo deposito di smistamento Amazon di Alessandria. Esteso su una superficie di 8mila metri quadrati, il magazzino – durante la cui realizzazione aveva perso la vita un operaio di origine albanese di 51 anni – servirà sia i clienti dell’Alessandrino sia, in parte, quelli residenti nelle province di Asti […]
È entrato in funzione ieri il nuovo deposito di smistamento Amazon di Alessandria. Esteso su una superficie di 8mila metri quadrati, il magazzino – durante la cui realizzazione aveva perso la vita un operaio di origine albanese di 51 anni – servirà sia i clienti dell’Alessandrino sia, in parte, quelli residenti nelle province di Asti e Cuneo.
Anche se in Italia ha in programma ancora nuove aperture (l’interporto di Jesi tramite il suo nuovo CdA ha dato in questi giorni il suo benestare a un insediamento nel suo perimetro, con lavori curati da Scannell e operatività prevista nel 2024), a livello globale l’azienda di Seattle sta però ora facendo i conti con un eccesso di capacità di stoccaggio.
Il tema è stato affrontato direttamente dal Cfo Brian T. Olsavsky nel corso della conference call che ha seguito la pubblicazione dell’ultima trimestrale dell’azienda, chiusa (per la prima volta dal 2015) con una perdita netta, pari a 3,8 miliardi di dollari. “Nonostante la forte domanda e l’espansione di Fba (Fullfillment by Amazon, ndr), attualmente disponiamo di capacità in eccesso nella nostra rete di magazzinaggio e trasporto” ha ammesso il manager. “Le decisioni sulla capacità vengono prese con anni di anticipo, e nel 2020 e all’inizio del 2021 abbiamo fatto deciso consapevolmente di fare in modo che la disponibilità di spazio non costituisse un vincolo per la nostra attività”. Secondo Olsavsky, ora l’evoluzione della domanda si è stabilizzata. Di conseguenza “attualmente abbiamo una capacità in eccesso nella rete ” e quindi il gruppo ha “abbassato le sue aspettative di costruzione”. Il manager ha però evidenziato anche che “molte delle decisioni rispetto alle costruzioni sono state prese da 18 a 24 mesi fa” e quindi gli aggiustamenti che potranno essere disposti ora sono limitati. Il Cfo di Amazon non ha peraltro specificato se questa tendenza è riscontrabile in tutte le aree geografiche coperte dal network Amazon, ma si può supporre che possa essere più forte nei paesi in cui il mercato e-commerce è più maturo e meno in quelli in cui, come l’Italia, questo si è sviluppato soprattutto di recente.
Queste considerazioni, in ogni caso, hanno creato una certa allerta tra i grandi sviluppatori logistici globali. Il Financial Times ha evidenziato come dopo la pubblicazione della trimestrale i titoli di grandi operatori come Segro, Prologis e Tritax Big Box abbiano riscontrato significative perdite sui listini dove sono quotati per il timore che le loro attività legate allo sviluppo dell’e-commerce potessero perdere un po’ di spinta, in per quel che riguarda gli sviluppi speculativi. Recentemente negli Usa alcune analisi hanno riscontrato un rallentamento delle vendite on line, che ha portato Paypal a rivedere al ribasso alcune sue stime relative all’evoluzione del mercato.
Tuttavia, secondo la testata britannica, se anche l’e-commerce potrà perdere un po’ dell’abbrivio avuto finora, la domanda di immobili logistici continuerà a essere sostenuta dalla fame di magazzini delle aziende che, ancora alle prese con le criticità nei trasporti e nelle supply chain globali, cercano spazi in cui accumulare scorte.