L’Ocse a muso duro contro le alleanze container nel trasporto marittimo
Dall’assemblea di Fedespedi che si è tenuta nei giorni scorsi a Venezia è stato lanciato un attacco durissimo alle alleanze tra armatori del trasporto container. Ad averle additate come principali responsabili dei più gravi problemi che stanno affliggendo le spedizioni marittime (caro-noli, congestioni portuali e così via) è stato Olaf Merk, economista al vertice dell’International […]
Dall’assemblea di Fedespedi che si è tenuta nei giorni scorsi a Venezia è stato lanciato un attacco durissimo alle alleanze tra armatori del trasporto container.
Ad averle additate come principali responsabili dei più gravi problemi che stanno affliggendo le spedizioni marittime (caro-noli, congestioni portuali e così via) è stato Olaf Merk, economista al vertice dell’International Tranport Forum dell’Ocse, già in passato fortemente critico verso la Consortia Block Exemption, ovvero l’esenzione alla regolamentazione antitrust standard per le compagni del trasporto container, rinnovata due anni fa fino al 2024.
Dopo avere dettagliato nella sua presentazione le criticità osservate nel settore dallo scoppiare della pandemia ad oggi, Merk ha anche evidenziato come secondo le analisi del suo gruppo di lavoro la domanda di trasporto container non abbia subito grosse variazioni nell’ultimo biennio, cosa che lo ha portato a concludere che anche il congestionamento portuale che si è osservato, in particolare sulla costa ovest degli Stati Uniti, è frutto delle “scarsa puntualità delle navi, perché questa ha comportato il mancato rispetto delle pianificazioni degli accosti in banchina”.
L’economista ha poi criticato severamente anche la Commissione Europea per non avere condotto una indagine approfondita sul fenomeno al pari di quanto invece fatto dai governi di Usa, Cina, Corea, Australia, India e Filippine. Continua a leggere su SHIPPING ITALY
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