“Dai supply chain leader italiani gestione dei rischi troppo di breve termine”
Anche se pandemia, inflazione e instabilità geopolitica hanno messo a nudo le fragilità delle supply chain globali, i leader di settore di casa nostra sono ancora troppo focalizzati su misure di gestione dei rischi di breve termine e sul solo contenimento dei costi. A dirlo una indagine di PwC Italia dal titolo “Digital Trends in […]
Anche se pandemia, inflazione e instabilità geopolitica hanno messo a nudo le fragilità delle supply chain globali, i leader di settore di casa nostra sono ancora troppo focalizzati su misure di gestione dei rischi di breve termine e sul solo contenimento dei costi. A dirlo una indagine di PwC Italia dal titolo “Digital Trends in Supply Chain Survey 2022”, presentata a Padova nel corso del ciclo di eventi Factory Voice.
Se tra le preoccupazioni maggiori dei manager dedicati a questa funzione aziendale per i prossimi 12-18 mesi ci sono infatti quelle date da efficienza dei costi, visibilità aziendale sulle operazioni interne, capacità di risposta agli eventi dirompenti e il Roi sulle tecnologie adottate, i relativi rischi sono principalmente gestiti guardando a fattori quali l’aumento dell’efficienza (63% dei partecipanti all’indagine) e alla gestione e la riduzione dei costi (59%).
Solo il 4% degli intervistati ha invece espresso l’intenzione di voler trasformare in maniera più profonda e strutturale il modello operativo e degli acquisti, e una percentuale addirittura minore (3%) di voler rivedere le politiche interne di approvvigionamento e del bacino di fornitori.
In particolare, secondo PwC la gestione dei costi è stata scelta come priorità 5 volte più dell’aggiornamento digitale, 7 volte più dell’aumento della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa e 9 volte più della
digitalizzazione e dell’automazione della produzione. Secondo la società, pertanto, la risposta complessiva sui rischi è “in netto contrasto con i problemi della supply chain rilevati”, considerato che le aziende “adottano una posizione difensiva piuttosto che proattiva e fanno resistenza al cambiamento”.
L’indagine ha evidenziato anche l’importanza di una maggiore visibilità lungo la supply chain end-to-end ovvero tramite piattaforme di condivisione dati e collaborazione tra diversi partner. In quest’ottica, il 30% degli intervistati ha detto di star pianificando “percorsi di evoluzione per assicurare una maggiore resilienza operativa”, mentre il 30% ha dichiarato di averlo già fatto.
Ultimo punto della survey trattato durante l’evento è stato quello della centralità della digitalizzazione per il successo competitivo nella supply chain, dove si riscontra una forte polarizzazione degli investimenti in tecnologie cloud ma dove anche nell’80% dei casi, secondo gli intervistati, gli investimenti tecnologici non hanno prodotto i risultati attesi. Tra le ragioni l’analisi ha evidenziato il fatto che spesso vengano implementati come soluzioni isolate e non come iniziative di trasformazione a tutto tondo, solide e durature. Di contro, secondo la società le aziende più lungimiranti sono invece quelle di che stanno attivando percorsi di trasformazione che includano i processi di governance, la misurazione delle performance, l’architettura IT e la definizione delle responsabilità e delle strutture organizzative.
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