Le quattro fake news della logistica secondo Eric Veron (Vailog)
Presente tra i relatori del convegno ‘La logistica e la sfida della sostenibilità’ organizzato da Logista e The European House – Ambrosetti, Eric Veron ha dedicato parte del suo intervento a smontare quelle che ha definito quattro ‘fake news’ che spesso accompagnano in automatico la nascita di nuovi insediamenti logistici del territorio. Evitando i toni […]
Presente tra i relatori del convegno ‘La logistica e la sfida della sostenibilità’ organizzato da Logista e The European House – Ambrosetti, Eric Veron ha dedicato parte del suo intervento a smontare quelle che ha definito quattro ‘fake news’ che spesso accompagnano in automatico la nascita di nuovi insediamenti logistici del territorio.
Evitando i toni spesso entusiasti utilizzati dalla categoria degli sviluppatori logistici per illustrare i vari benefici generati dalle loro opere, il fondatore di Vailog e amministratore delegato di Vailog Segro Group ha invitato a guardare più da vicino a questi fenomeni notando come certe convinzioni si rivelino a volte luoghi comuni. Il primo è quello che vuole la logistica, in particolare ‘big box’, “consumare suolo” altrimenti destinato ad agricoltura o simili: “Spesso si tratta di aree con altre destinazioni, o impianti industriali dismessi” ha ricordato, rimettendo alle amministrazioni locali la responsabilità delle scelte in materia: “Deve essere il territorio a stabilire i limiti”.
Le altre errate convinzioni citate dall’imprenditore sono invece più legate al fenomeno della logistica per l’e-commerce e alla parallela ‘uberizzazione’ della consegna delle merci, secondo le quali questa, grazie anche alla crescente automatizzazione delle operazioni, andrebbe a erodere posti di lavoro (cosa che verrebbe smentita a suo dire da diversi studi condotti negli Usa), a minacciare le attività commerciali tradizionali e ad aumentare il traffico nelle città.
Un quadro che Veron ha messo in discussione per gli ultimi due aspetti portando come esempio il caso di Ikea (cliente di Vailog, per la quale la società ha realizzato in particolare un deposito nella cintura di Parigi).
“Andare all’Ikea in famiglia di sabato pomeriggio, viaggiando verso il deposito su un’auto che poi viene caricata con i propri acquisti, corrisponde a un insieme di ‘eventi logistici’ inefficienti” secondo Veron. In particolare (se si utilizzano i parametri della categoria) lo sono il primo viaggio, effettuato con un mezzo ‘non saturo’, e la concentrazione dei clienti in fase di ‘picking’ in un momento particolare della settimana.
“Il nuovo modello dell’azienda svedese prevede uno showroom in centro e un deposito in una zona decentrata”, con la possibilità di consegne (per ordini e-commerce) aggregate e gestite in modo da valutare anche l’andamento del traffico. “Ogni furgone Ikea fa in media consegne per 12 famiglie anziché una” ha concluso Veron a chiusura del suo intervento e a sostegno della sua tesi.
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